Giovani alla ricerca delle pere “perdute” 

Vigolana, un chimico, un enologo e un esperto di finanza creano un’azienda agricola che recupera le piante abbandonate


di Maddalena Di Tolla Deflorian


ALTOPIANO DELLA VIGOLANA. Il recupero delle pere antiche in Vigolana, un tempo coltivate diffusamente, era partito come un progetto comunitario, dalla Pro Loco di Vattaro e dal Wwf. La spinta iniziale però presto ha rallentato. Tre giovani dell’altopiano però hanno voglia di rilanciare l’idea originaria. Per farlo hanno fondato nel luglio del 2017 una nuova azienda agricola, la Vattaro Fruit. Loro sono Mattia Giacomelli, chimico per formazione, appassionato da sempre di mondo rurale, referente agricoltura per la maggioranza in consiglio comunale, un secondo l’omonimo Mattia Giacomelli, enologo, e Matteo Micheloni, laureato in finanza ma appassionato di coltivazioni. Scopo dell’azienda è tutelare e valorizzare la biodiversità locale (alcune varietà sono a rischio di scomparsa locale) e produrre con metodo biologico.

Il primo passo, compiuto nel 2015 (prima di fondare l’azienda), è stato un nuovo censimento delle piante di pero esistenti sull’altopiano, in particolare a Vattaro, dove ha sede l’azienda e dove abitano i tre amici fondatori. Il conteggio è arrivato a trecento esemplari nella sola frazione, fra piante più e meno giovani, con tanti alberi ben più che trentennali. Il ritrovamento di molti frutti a terra ha dato l’idea dello stato d’ uso e considerazione dei peri, e fornito lo sprone ai tre soci per rilanciare la produzione. Un censimento era stato svolto in passato dalla Pro Loco di Vattaro, con la collaborazione del naturalista Stefano Mayr. Durante l’ultimo censimento sono state classificate alcune varietà antiche di pero: Butirra Hardy, Butirra Diel, Pero dal Sangue, Buona Luisa, Bergamotta Esperen, Maddalena Varde. Le piante si trovano su terreni privati, spesso non lavorate dai proprietari dei fondi. I giovani imprenditori stipulano quindi contratti privati per riportare le piante in produzione. Il secondo passo è stata una potatura, effettuata nel 2016, con il permesso dei proprietari dei fondi. Sono state raccolte le “marze” da innesto, per produrre nuove piantine, collaborando con un vivaio ed esperti. Quando le prime cento compiranno due anni sarà possibile piantumarle in uno dei terreni presi in affitto agricolo dalla nuova azienda. Intanto un primo obiettivo concreto è stato conseguito: quest’anno alla Festa della pera per la prima volta da anni sono state vendute solo pere originarie dell’altopiano. Un secondo passo concreto, e gustoso, è la prima produzione di alimenti trasformati, come confetture di pera e castagno, altra coltivazione tipica della Vigolana. L’azienda è nella fase di transizione al biologico, con la volontà di produrre così su tutti i 5 mila metri di terreno coltivati fra Vattaro e Bosentino. L’attenzione dei giovani produttori è rivolta anche al paesaggio tradizionale: vorrebbero, denaro permettendo, realizzare le recinzioni intorno ai campi tutte in legno. Chissà che questa iniziativa non stimoli il mondo agricolo vigolano, che fra castagni, pere, patate, uva, progetto di bonifica ai Gazoti e molto altro, avrebbe importanti valori da condividere e promuovere in modo unitario, creando un vero collettivo di territorio.













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