Castello tra arte in bronzo e necessità di restauri  

Verso l’assemblea. In attesa dell’elezione dei vertici della Fondazione proprietaria del maniero sarà Lois Anvidalfarei, scultore di Badia, ad esporre nel giardino. Ma servono lavori alla cappella


ROBERTO GEROLA


Pergine. Sarà il programma culturale 2020 a tenere banco all’assemblea che la Fondazione Castel Pergine ha convocato per giovedì 28 novembre, alle 17 al castello. Le novità saranno soprattutto due oltre alla serie di appuntamenti durante l’anno. E’ già stato individuato lo scultore che esporrà le proprie mega opere nel giardino e nei locali del castello.

Arte ladina

Si tratta di Lois Anvidalfarei, classe 1962, ladino di Badia (Alto Adige) e quindi terra di confine. E’ uno tra i più importanti scultori europei, affermatosi soprattutto in ambito austriaco e tedesco. Dopo l’Istituto d’arte di Ortisei, ha frequentato l’Accademia di arti figurative di Vienna dove riceve un’impronta decisiva come disegnatore e scultore. Conclusi gli studi, torna a Badia. Le sue opere in gesso e in bronzo sono state esposte in numerose città europee: in Italia, a Bolzano, Venezia (Biennale d’arte 2011) e a Roma. La sua esposizione a Pergine denominata “Viandanti” sarà la prima in Trentino: 20 grandi sculture e gruppi scultorei in bronzo popoleranno appunto le aree tra le due mura di cinte murarie e alcuni suggestivi spazi interni. Saranno appunto “grandi opere” come una testa di 2.50 m che troverà collocazione probabilmente nelle vicinanze dell’entrata interna del castello. Sono figure umane “pesanti”, “In disfacimento”, “imprigionate in gabbie”, “piegate”, “inginocchiate”, “contorte”, “rannicchiate”, “distese”, “deposte”, “sospese”, “legate”; molti i riferimenti alla Bibbia, al Vangelo e al sacro in generale. Di lui si parla come di “uno dei pochi grandi interpreti del corpo umano”; con le grandi figure in bronzo che «saranno come viandanti che sostano nella storia impressa nel castello».

Come la precedente con Giuliano Orsingher e i suoi “legni”, la mostra delle opere dello scultore ladino viene considerata particolarmente legata all’ambiente e alla storia dell’antico maniero.

La pala danneggiata

L’altra novità che sarà annunciata nel corso dell’assemblea riguarda la pala dell’altare nella cappella interna. Con ogni probabilità risale al 1500 (autore forse tale Naurizio, pittore trentino tirolese) e presenta alcuni danneggiamenti dovuto alle candele che nel corso dei secoli venivano accese alla sua base con scopi chiaramente votivi. Da oltre 20 anni, per la sua preziosità, la pala dedicata a Sant’Andrea, è custodita altrove. La proposta che si farà sarà quella di avviare un suo restauro. Per questo si stanno raccogliendo preventivi. L’opera è destinata ad essere realizzata attraverso una sottoscrizione. «Le casse della Fondazione non lo permettono - dicono nel cda - quindi si chiederanno contributi e sovvenzioni previste dalle leggi, ma anche ai cittadini».

Manifestazioni estive

Per quanto riguarda il rinnovo del consiglio d’amministrazione, lo statuto approvato anche dalla Provincia, non prevede la elezione di un nuovo cda se non alla scadenza naturale di quello attualmente in carica e quindi solo nel 2022. Cade quindi il discorso avanzato tempo fa con appunto l’elezione del nuovo cda all’ordine del giorno. Per la seduta di giovedì prossimo, i convocati si occuperanno quindi di bilancio consuntivo, bilancio preventivo, nomina dei revisori dei conti e appunto programma culturale.













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