Ottant’anni fa i primi deportati partivano da Bolzano per i campi di sterminio tedeschi
Delegazione di Anpi ai binari di via Pacinotti: “La memoria viva del passato sia fondamento delle lotte per la libertà, la democrazia”
BOLZANO. Una delegazione di Anpi Alto Adige Südtirol in occasione dell'80° anniversario della partenza del primo dei trasporti di deportati da Bolzano, ha reso omaggio al monumento che presso i binari di Via Pacinotti ricorda i treni che dal Durchgangslager Bozen trasportavano i deportati fino ai Campi di sterminio.
Sono, infatti, ben 13 i trasporti che tra il 5 agosto 1944 e il febbraio 1945 partono da Bolzano per Ravensbrück, Flossenbürg, Dachau, Auschwitz, e per Mauthausen, portando migliaia di deportati che non fanno più ritorno. Sulla base del lavoro di ricerca di Italo Tibaldi, Dario Venegoni, presidente nazionale Associazione Nazionale Ex-Deportati nei campi nazisti, ha documentato i nomi di 3.405 deportati verso i campi del Reich, e di 2.050 uomini, donne e bambini che da quel viaggio non hanno fatto ritorno. In maggioranza antifascisti e partigiani, ma anche non pochi ebrei, rastrellati dai fascisti della Repubblica di Salò e dai nazisti.
Tra di loro anche i "7 di Gusen", i 7 esponenti del Comitato di Liberazione Nazionale di Bolzano presieduto da Manlio Longon, arrestati nel dicembre del 1944, torturati e poi deportati con il trasporto partito il 1° febbraio 1945.
Anche nell'esperienza del lager di Bolzano (e nei sottocampi) venivano, dunque, soppressi gli oppositori e le "untermenschen" e schiavizzati gli altri per i lavori e le produzioni di guerra, ma anche per fornire lavoratori e lavoratrici a costo zero a tutte le attività produttive.
Un piccolo atto simbolico nella calura agostana, perché "la memoria viva del passato sia fondamento delle lotte per la libertà, la democrazia, la dignità delle persone oggi e domani”.