Tuenno si stringe alla famiglia e dice addio ad Andrea Concini
Un paese in lutto. Il funerale del giovane morto sul Brenta celebrato martedì nella chiesa di S. Orsola dal decano di Cles don Renzo Zeni. Corda e piccozza sulla bara bianca. Immenso ma composto il dolore dei genitori e dei fratelli
Tuenno. «La botta è stata forte, per la famiglia e la comunità tutta!» Non ha usato mezze parole il decano di Cles, don Renzo Zeni, rivolgendosi alla mamma Grazia, al papà Agostino, al fratello Luca e alla sorella Sara e alla fidanzata stretti accanto al feretro di Andrea Concini, la giovane vittima, l’ultima domenica del 2019, di una tragica fatalità sulle Dolomiti di Brenta, le montagne che conosceva ed amava fin da ragazzino.
In fila per l’ultimo saluto
La bara bianca, con corda e piccozza, sembrava quasi svanire nella penombra della chiesa di Sant’Orsola e Compagne mentre una lunghissima interminabile fila di persone ha voluto segnare con l’acqua benedetta il feretro prima e dopo il rito e salutare per l’ultima volta così, con questo gesto di vicinanza, un giovane così pieno di vita e di speranze. Un ragazzo d’oro e prudente che aveva scelto di vivere la montagna diventando guida alpina.
È stata una cerimonia con sentimenti contrastanti: da una parte il dolore, immenso anche se molto composto, dei genitori e dei più stretti familiari di Andrea, dall’altra il clima natalizio che ancora si respirava nella chiesa e che è stato riproposto anche in alcuni canti intonati dal coro parrocchiale in tema, con il brano finale del Signore delle Cime che ha fatto scorre più di una lacrima tra i presenti.
Un triste ultimo dell’anno
Davvero triste l’ultimo dell’anno a Tuenno. Il paese era rimasto attonito domenica quando sono iniziate a rimbalzare le prime notizie sull’identità del giovane rimasto ucciso sotto la valanga presso il Tuckett, e la voce si era via via caricata di dolore e quasi di incredulità. Un sentimento diffuso di cordoglio che si è materializzato la sera di lunedì alla recita del rosario di suffragio, in una chiesa parrocchiale piena in ogni angolo. E una folla ancora più numerosa si è stretta nuovamente accanto alla famiglia del giovane il giorno del funerale, in occasione del quale il Comune di Ville d’Anaunia aveva proclamato il lutto cittadino.
«Una spina dolorosa è entrata nel cuore del papà, della mamma, dei fratelli e della fidanzata, e la solidarietà della comunità così sentita e partecipata può far sì che si compia il miracolo della speranza. Che Andrea possa gioire in Dio nella sua ultima scalata verso le vette del paradiso» - ha detto ancora il celebrante.
La fidanzata
Commovente l’addio della fidanzata del giovane, il sogno spezzato di una vita felice insieme che è volta via sotto quella slavina bianca, imprevedibile. «Sono stati i miei quattro anni più belli, mi hai fatto capire cos’è l’amore con la A maiuscola. Non mi arrenderò mai, sarai sempre nel mio cuore» ha detto dall’ambone della chiesa, concludendo con un forte «Ti amo Andrea» che è stato sottolineato da uno spontaneo applauso. Un breve saluto di addio anche dalla famiglia nelle parole della zia paterna: «Andrea, la vita ti è volata via troppo presto, ma come famiglia siamo orgogliosi dell’uomo che sei diventato. Adesso guidaci dal cielo».
Finita la messa, è andata avanti ancora a lungo la fila davanti alla bara bianca con l’immagine felice di Andrea nel suo habitat più congeniale, le vette immacolate, mentre fuori la piazza affollata di gente attendeva in un silenzio quasi surreale. Poi il feretro, portato a spalla dagli amici di tante avventure è comparso sulla scalinata per un ultimo bagno di commozione, mentre un grappolo di palloncini bianchi liberati nell’aria salivano veloci nel cielo terso dell’inverno quasi come a precedere lo sfortunato giovane di Tuenno nella sua ultima scalata verso l’infinito.