Storia d’amore e gelosia torna la “Mascerada”
A Coredo il 10 febbraio l’antichissima manifestazione di carnevale organizzata ogni 5 anni. Per le strade con la Kellera e il Bekar angeli, demoni e Lacchè
COREDO. Manifestazione antichissima a cadenza quinquennale, il prossimo 10 febbraio torna la “Mascerada dei Achedi”, tradizionale mascherata coredana organizzata dall’apposito Comitato con il patrocinio del Comune di Predaia e la partecipazione attiva delle varie associazioni del paese.
«È chiara la valenza culturale della mascherata e il fatto che non abbia alcun scopo di lucro, in quanto in essa si tramandano di padre in figlio, dagli anziani ai giovani, la cultura, la lingua, le tradizioni, i balli, i canti, le musiche, i cibi. Il recupero ed il consolidamento delle tradizioni avviene con la consultazione delle esperienze delle persone più anziane che hanno partecipato alle edizioni precedenti della mascherata fin dal 1926» - hanno detto ieri gli organizzatori presentando l’edizione 2018 della “mascerada” nell’ex municipio di Coredo alla presenza del sindaco di Predaia, Paolo Forno, e dell’assessore alla cultura Elisa Chini. Si tratta infatti di una tradizione carnevalesca originale tra le più antiche dell’arco alpino, descritta nei particolari già ai primi del Novecento dal poeta noneso Guglielmo Bertagnolli.
Antichissimo ed originale pure lo spartito della musica "le Sparzinelle" della quale esiste una versione "ufficiale" depositata all'Ufficio del registro. Inizialmente suonata dell’allora fanfara dei pompieri, è stata poi adattata al suono della fisarmonica, come è oggi. Al centro della “mascerada” c’è infatti una “vera” operetta musicale, la vicenda tra amore e gelosia della Kellera, la giovane figlia dell’oste del paese, e del “Bekar” (il macellaio) che la deve proteggere (o preservare…) dalle avance dei tanti pretendenti che nella vicenda portano i costumi del gruppo folk locale dei Lacchè, anch’esso antichissimo nella divisa variopinta con il cappello a punta mozzata dove si mescolano tradizioni nordiche e riminiscenze ottomane. «Kellera che fino non molte edizioni fa era anch’essa interpretata da un maschio, perché le donne non potevano ballare» - ha ricordato la speaker Ivana Rizzardi, Kellera per un paio di edizioni. Ma ci sono anche altre maschere, come “El Bufa” (personaggio che brandisce la vescica essicata di maiale gonfia d’aria); el nono Bomba e la nona (che lanciano caramelle ai bambini); l’”anzol” (l’angelo) che cerca di preservare l’illibatezza della Kellera mentre dall’altra, “el diaol”, incoraggia i tentatori. «Tutto questo in un variopinto corteo preceduto dal carro dei “sonadori” con la scorta di “cazadori” (cacciatori ), i “baffoni”, e un seguito in costume di maggiorenti tipo il medico, el farmacista, infermieri, ecc., se ce ne fosse bisogno» - ha detto raccontato l’appassionato e irriducibile “patron” Cornelio Brentari, alla sua quinta mascerada. «Tanto che sarebbe ora di passare la mano a chi la dovrà organizzare nel 2023» - ha aggiunto, contando sull’arrivo nel gruppo di forze giovani in grado di perpetuare la tradizione.
Il corteo, che partirà sabato prossimo alle 13.30 dalla rotatoria all’inizio dell’abitato salendo da Dermulo, percorrerà le vie del paese sostando in punti prestabiliti dove gli “azeti” (associazioni o privati) accoglieranno maschere e il seguito con spuntini e una bevuta. In questi spazi rivivrà l’operetta musicale con il Bekar e della Kellera scortati, anche dal Corpo Bandistico Coredano e dalla locale Filodrammatica che sfoggerà nell’occasione gli antichi costumi della mascerada coredana i cui originali sono conservati al museo di San Michele all’Adige. In piazza la festa inizierà già alle 12.30 con la tradizionale “sgnocolada”, gnocchi di patate al burro o al pomodoro che daranno il via alla manifestazione, aperta a tutti.