«Niente vigneti ai Pradiei devono restare prateria» 

Agricoltura e ambiente. Giuliano Pezzini, fondatore e presidente dell’associazione Alta Val di Non-Futuro Sostenibile: «Il divieto di utilizzare pali e teli deve essere rispettato»


Giacomo Eccher


Romeno. «Il valore dei Pradiei sta nell’essere prateria!». Non ha dubbi in proposito Giuliano Pezzini, storico fondatore (e tuttora presidente) dell’associazione “Alta Val di Non-Futuro Sostenibile”, che definisce inammissibile la violazione commessa dall’agricoltore di Romeno che ha realizzato un impianto viticolo sul Doss. «Su questo territorio, che fa parte dei Pradiei dell’Alta Val di Non, non è consentito l’utilizzo di pali di sostegno e coperture per le colture come stabilito nei Piani regolatori generali dei Comuni dell’Alta Anaunia. Anche se l’idea di coltivare le viti per la produzione di vino biologico di montagna è eccellente e interessante, non trova spazio qui. Infatti Romeno ha un’ampia area di campagna in cui è consentita la frutticoltura con infrastrutture, ma non sui Pradiei», scrive Pezzini. E ricorda: «Dieci anni fa iniziavano ragionamenti e discussioni sul destino delle praterie dell’Alta Val di Non, quelle che nel tempo hanno acquisito la denominazione di Pradiei e che hanno esteso a tutta l’alta valle quello che era il nome dei prati fra Fondo e Sarnonico. Ci si è interrogati se anche questo territorio avrebbe dovuto essere destinato alle colture frutticole come il resto della valle. Ci si è chiesti se una prateria a 1.000 metri di altitudine, così ampia e meravigliosa per la vista, un patrimonio per il benessere di tutte le persone, avrebbe dovuto lasciare spazio ad altre colture che ne avrebbero completamente cambiato l’aspetto e la salubrità».

Come si ricorderà, la prima petizione per la salvaguardia e valorizzazione dei Pradiei, promossa dall’Associazione Alta Val di Non–Futuro Sostenibile, ha raccolto in breve tempo 2.890 firme di residenti e turisti, frutticoltori e zootecnici, tutti determinati a preservare questo patrimonio di paesaggio e ambiente. Gli amministratori del tempo, cui era stata presentata la petizione nel maggio 2009, non hanno avuto esitazioni nel ricercare e individuare nello strumento urbanistico il modo di salvaguardare quanto di più importante c’è in Alta Val di Non, il paesaggio. «Il divieto di utilizzare infrastrutture come pali e teli in campagna è stato applicato e ha salvato il territorio dal punto di vista paesaggistico e ambientale, a tutto vantaggio di chi vi abita, di chi lo visita e di chi lo frequenta - conclude Pezzini - appare chiaro che questo immane lavoro di incontro di idee e di persone per l’individuazione di strategie da parte di sindaci e consigli comunali, politici e gente comune, zootecnici e frutticoltori, madri, padri e figli, associazioni e comitati, va ora rispettato, in quanto i Pradiei non sono solo prati, sono un Bene Comune».

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