«Lascio una Rurale in ottima salute»
Luigi Cristoforetti non sarà più presidente dopo 15 anni della Cassa Tuenno Val di Non: «Dal 2000 al 2005 gli anni migliori»
TUENNO. La Cassa Rurale di Tuenno Val di Non sabato prossimo alle 14.30 al palazzetto dello sport di Cles chiamerà i soci all'assemblea per rinnovare i vertici. Dopo 15 anni, infatti, Luigi “Gino” Cristoforetti lascerà la presidenza della Rurale.
Presidente Cristoforetti, che cosa ci può dire dei suoi 15 anni alla guida della Cassa Rurale.
«Era il dicembre 1998 quando per le dimissioni dell’allora presidente Franco Tretter ho assunto l’incarico di presidente pro tempore della Cassa Rurale di Tuenno. Si era da poco conclusa la fusione con la Cassa Rurale di Campodenno e Sporminore, subito dopo siamo riusciti ad allargare il nostro orizzonte verso il Mezzalone aggregando la Cassa Rurale delle Maddalene (Mocenigo,Marcena, Livo). Sono state due operazioni importanti che ci hanno consentito di aumentare il numero dei soci e le aree di operatività dando un significativo salto di qualità e quantità alla Cassa. In quel tempo i nostri interventi sia di raccolta che di prestiti erano particolarmente finalizzati alla mutualità delle zone con interventi a favore delle famiglie, degli agricoltori e dei numerosi artigiani locali».
Ma il cambio di rotta quando si è verificato?
«Nel maggio 2001 abbiamo inaugurato il Centro Direzionale a Cles e da quel momento si è intensificata l’attività nella borgata capoluogo di Valle. Direttore della Cassa era Tiziano Odorizzi che ha incentivato gli interventi della Cassa, divenuta Cassa Rurale di Tuenno Val di Non, verso il mondo commerciale, verso l’attività immobiliare particolarmente intensa a Cles con attenzioni significative verso il sociale e a tutto quanto si identificava nel territorio».
Quali sono stati gli anni di maggior positività?
«Nel quinquennio 2000 - 2005 il rilancio immobiliare, la conferma della positività produttiva e commerciale di Melinda hanno segnato momenti di forte crescita e quindi di positivi interventi della nostra Cassa, lo evidenzia la crescita del numero dei dipendenti arrivati a quota 80 unità».
Per la Cassa Rurale sono arrivati anche momenti difficili?
«Si, come per ogni istituto di credito. Ad iniziare dal 2007 c’è stato un rallentamento nel settore immobiliare, con ricaduta inevitabile sull’artigianato locale ma nonostante le difficoltà siamo sempre riusciti a chiudere i bilanci in positivo senza intaccare il patrimonio, (oggi a quota 78 milioni ndr) ci siamo trovati a risolvere alcune vicende economicamente pesanti; abbiamo trovato sempre soluzioni positive riuscendo a far ripartire molti cantieri ed a consentire a privati cittadini di recuperare gli acconti versati per l’acquisto dell’appartamento».
Soddisfatto di questa sua lunga esperienza alla presidenza?
«Posso dire di essere stato giustamente ripagato per la messa a disposizione del mio tempo, con un pizzico di fantasia concordata con il consiglio direttivo, e con la collaborazione del direttore Massimo Pinamonti, la Cassa ha operato sempre in positività rispondendo anche nei momenti difficili alle istanze dei soci e dei clienti e al mondo della solidarietà. Lascio la presidenza di una Cassa Rurale sana, con un patrimonio sostanzioso, una base indispensabile per il futuro presidente a cui cedo un prestigioso testimone. L’obiettivo del futuro dovrebbe essere quello di altre fusioni in modo da raggiungere una dimensione che, pur mantenendo fede a principi dei fondatori, possa rendere ancora più competitiva la Cassa Rurale di Tuenno Val di Non».
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