A Palazzo Assessorile  la storia millenaria di Cles 

La mostra. Apre domani “Le 5 chiavi gotiche ed altre meraviglie”, che raccoglie testimonianze del patrimonio artistico, culturale e storico della borgata di solito sparso tra chiese e musei


Giacomo Eccher


Cles. «Stupire i clesiani per renderli consapevoli, e quindi orgogliosi, del grande patrimonio culturale ed artistico di cui è ricco il loro territorio». La presenta così il sindaco Ruggero Mucchi la mostra “Le 5 chiavi gotiche ed altre meraviglie” che domani aprirà i battenti nello scrigno del paese, il Palazzo Assessorile, dove rimarrà fino al 29 novembre. «Era vent’anni che ci pensavo, fin da quando ero il vice dell’allora presidente della Pro cultura Centro studi nonesi professor Luigi Parrinello» - ha aggiunto il primo cittadino, svelando in anteprima alla stampa i contorni di un’iniziativa destinata a rimanere negli annali della borgata per la ricchezza di immagini, ricostruzioni, reperti e documenti che ripercorrono 45 secoli del capoluogo noneso, dall’archeologia all’attualità passando per i fecondi anni rinascimentali legati al clesiano più illustre di tutti i tempi, il cardinale Bernardo Clesio.

Ideata ed allestita da Lucia Barison e sostenuta dal Comune di Cles, dall'Apt della Val di Non, dalla Soprintendenza per i beni culturali e dalla Provincia e dalla Parrocchia, la mostra si preannuncia unica per diverse ragioni: per il tema di fondo, un excursus su Cles e il territorio tra arte e storia, per l’altissimo livello del materiale esposto e per la modernità della proposta con slide e ricostruzioni grafiche in movimento anche in 3 D con la possibilità per il visitatore di seguire il percorso espositivo (che si snoda su tutti i 4 piani di Palazzo Assessorile) con una app scaricabile sullo smartphone che guiderà il visitatore attraverso le opere e i reperti esposti, ma soprattutto rivelerà la sua funzionalità sul territorio con il richiamo alla collocazione originale dell’opera esposta. «Per questo parliamo di mostra di territorio in senso lato dando modo ai nostri concittadini di sentirsi parte, ed orgogliosi, di una storia plurimillenaria così ricca e che va ben oltre la consistenza di una cittadina di 7.000 residenti» - ha aggiunto l’assessore alla cultura, Vito Apuzzo che ha ringraziato la curatrice e quanti, come l’architetto Marcello Nebl, lo storico Alberto Mosca e gli archeologi Alessandro e Luca Bezzi, ai vari livelli di competenza hanno reso possibile l’iniziativa.

Ma perché il titolo “Le 5 chiavi gotiche”? «Un richiamo alle chiavi Cles ce lo ha già nel nome, perché in francese significa appunto chiavi e storicamente Cles è la chiave di un territorio più vasto che interessa le due valli del Noce» - ha spiegato il sindaco. Ma il motivo è anche un altro, perché le chiavi, nel percorso espositivo, ci sono davvero anche se non sono di certo le opere più note o importanti. Nella mostra sono ospitate dipinti dalle varie chiese disseminate nel territorio comunale (tele che si possono ammirare da vicino mentre solitamente sono in alto in chiesa, come la Pala dell’Assunta della Parrocchiale) ma anche prestiti dal Buonconsiglio di Trento e dal Ferdinandeum di Innsbruck e di altre realtà museali non solo della regione.

L’allestimento, vista la particolare fase legata al coronavirus, è stata ulteriormente complicata necessitando di impostare il percorso espositivo secondo le direttive anti-epidemia. Pure la vernice domani sarà sui generis e fatta all’aperto nell’antistante piazza del Municipio. Poi il percorso diventerà accessibile al pubblico già nella stessa serata dalle 19 alle 22 (con guida) per poi seguire, nei giorni venire, il consueto orario del palazzo, sempre con ingresso libero ma contingentato. Negli oltre cinque mesi la mostra ospiterà anche alcune esposizioni temporanee con annessi eventi collaterali.













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