«A Cles anestesisti “a gettone” a Cavalese invece li assumono» 

Servizi sanitari. All’ospedale delle Valli del Noce in luglio e agosto si tagliano le sedute  operatorie per mancanza di medici. Un problema che non tocca il punto nascite di Fiemme



Cles. L’ospedale di Cles è uno dei presidi periferici risparmiati da chiusure di reparti e altri tagli importanti. Tutto bene quindi? Non proprio. Scrivono i consiglieri provinciali di Futura, Paolo Ghezzi e Lucia Coppola: «Da un paio d’anni le sedute operatorie all’ospedale di Cles sono costantemente ridotte a causa della mancanza di personale infermieristico; quest’anno la diminuzione delle sedute operatorie è da ascriversi invece alla mancanza di medici anestesisti; all’ospedale di Cles le sedute operatorie saranno infatti ridotte di una alla settimana per le due specialità di ortopedia e chirurgia, a partire dal mese di luglio fino a settembre».

Le conseguenze

«La prima tangibile conseguenza della diminuzione delle sedute operatorie - aggiungono Ghezzi e Coppola - è l’allungamento dei tempi d’attesa per gli interventi chirurgici non neoplastici, che già ora si attesta sui 6-8 mesi circa; la seconda conseguenza è che la riduzione del numero degli anestesisti che devono garantire gli interventi d'urgenza potrebbe far saltare interventi chirurgici già programmati, con i conseguenti disagi per i pazienti e le loro famiglie; la terza, il ricorso ad anestesisti “a gettone”, che sono impiegati per prestare un’assistenza meramente puntuale, senza che abbiano la possibilità di seguire in modo continuo il malato, comporta l’inevitabile scadimento della qualità del servizio sanitario trentino».

Al punto nascite dell’ospedale di Cavalese, invece, sono stati assunti anestesisti in un numero congruo per garantire la continuità del servizio 24 ore su 24. Una notizia, questa, che induce i consiglieri di Futura a tirare un’altra conclusione: «Pare che per garantire il servizio del punto nascite di Cavalese (presenza media giornaliera in Ostetricia di 1,91 pazienti), si debba rinunciare ad un servizio di qualità nel resto degli ospedali trentini, in particolare in quello di Cles, che dal prossimo mese sarà costretto a ridurre le sedute operatorie, allungando sensibilmente i tempi d’attesa».

I quesiti

Detto questo, Ghezzi e Coppola interrogano il presidente della Provincia e l’assessore alla sanità Segnana per sapere se «ritengano che una simile allocazione del personale medico anestesista sia conforme a garantire un servizio di qualità; se ritengano efficiente garantire la presenza in servizio 24 ore su 24 di anestesisti al punto nascite di Cavalese, che registra una presenza media di nemmeno due pazienti al giorno, e un parto circa ogni due giorni, e ridurre al tempo stesso di una seduta operatoria alla settimana il servizio prestato a Cles; se non ritengano che tale utilizzo delle risorse vada ingiustificatamente a danno degli utenti dell’ospedale di Cles, presidio territoriale ospedaliero di Val di Non, Val di Sole, Pejo e Rabbi».













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