Maxi raccolta fondi per il Kenya nel nome di padre Pedenzini
L'incontro tra Edi e Lilli Martinelli con Africa Rafiki e Johnny Ponta. Venerdì 20 serata benefica e concerto alla cantina sociale di Lavis. Servono 80 mila euro per un acquedotto ma si parlerà pure di baraccopoli, ragazzi di strada e strutture sanitarie
SALORNO. Padre Egidio Pedenzini, missionario di lungo corso che ha dedicato la sua vita agli “ultimi” in Kenya, non c’è più ma l’impegno per l’Africa degli amici altoatesini e trentini continua. Questa volta per realizzare un acquedotto a South Horr in una zona dove non piove da tre anni. In campo, con Edi e Lilli Martinelli, ci sono Africa Rafiki e il medico Johnny Ponta che venerdì 20 gennaio alle 20 suonerà alla cantina La Vis nell’ambito di una serata benefica con lotteria e raccolta fondi. «Ci aspettiamo - sottolinea Edi Martinelli - che vengano in molti anche perché il nostro impegno continua».
Il progetto Samburu.
«Da oltre 30 anni dedichiamo gran parte del nostro tempo libero ad attività di sostegno a quello che nel tempo ha preso il nome di Progetto Samburu. Si tratta di diverse attività di supporto al missionario padre Egidio Pedenzini, che per oltre 50 anni ha prestato servizio nelle savane del nord del Kenya, dove vive la tribù di pastori seminomadi Samburu. Nel corso di questi anni sono stati raccolti fondi per finanziare la costruzione di scuole, asili, refettori, dormitori, acquedotti e invasi d’acqua. Abbiamo acquistato mezzi di trasporto e piccoli macchinari ma soprattutto è stato fatto tutto il possibile per procurare acqua pulita e del cibo durante gli interminabili periodi di siccità».
Baraccopoli, ragazzi di strada, strutture sanitarie e le singerie con «Africa Rafiki».
Negli ultimi anni, in questo contesto, Edi e Lilli Martinelli hanno avuto la fortuna e l’opportunità di incontrare i rappresentanti di Africa Rafiki, associazione con sede a Tione, che opera in Kenya da oltre vent’anni «con lo scopo di contribuire alla promozione sociale, culturale e sanitaria, dapprima nelle baraccopoli di Nairobi e stando vicini ai ragazzi di strada, e recentemente, allargando gli orizzonti coinvolgendo anche diversi enti, ha realizzato strutture sanitarie, dispensari, scuole, laboratori e mense anche nella contea Samburu al nord del Kenya. Ed è proprio lì che le nostre strade spesso si sono incrociate, e ci siamo trovati a sostenere le stesse comunità».
Muoiono capre, mucche e cammelli per la siccità, i villaggi sono in affanno.
Anche Africa Rafiki ha preso a cuore il problema della mancanza d’acqua nelle zone del nord, acuitosi sempre di più a causa della siccità. «I pascoli sono secchi e questa situazione sta decimando il bestiame: muoiono le capre, le mucche e i cammelli e interi villaggi sono ridotti alla fame e in quest’ottica, nell’anno 2020/21 è stato realizzato un acquedotto a Suguta Marmar, con un impianto idrico in grado di portare acqua a una scuola secondaria, a un villaggio limitrofo Turkana e a una parte della stessa Suguta Marmar, permettendo così di migliorare la vita di tanta povera gente. Forte di quest’esperienza, l’Associazione ha accettato con entusiasmo la richiesta di padre Charles Leparkiras, attuale parroco di South Horr, dove padre Egidio ha operato per 19 anni e dove tuttora, attraverso il “Progetto Samburu” da noi sostenuto, arrivano i nostri aiuti per una comunità che comprende 28 villaggi con una popolazione di 570 famiglie, per lo più dedite alla pastorizia».
Da 3 anni non piove e la siccità ha provocato il prosciugamento del fiume che costituiva la principale riserva di acqua. L’unico pozzo esistente, ormai osboleto, con il livello d’acqua che diminuisce di giorno in giorno, non riesce più a soddisfare le esigenze del villaggio. «La recente scoperta di una fonte permanente e affidabile di acqua pulita è l’unica speranza. La proposta è di rifare totalmente il vecchio acquedotto, dotandolo di nuove e più grosse tubature e grandi serbatoi di accumulo, realizzando scavi e cabine di distribuzione, per approvvigionare di acqua tutta la comunità di South Horr e di alcuni villaggi nelle vicinanze, per risolvere il grave problema della crisi idrica».
L’ultima sfida: servono 80 mila euro per l’acquedotto.
Il preventivo è di 80 mila euro. «Africa Rafiki, assieme a noi, è fiduciosa di realizzare il progetto «Un acquedotto per South Horr» e per questo intende investire ogni risorsa con l’apporto dei volontari che si recheranno sul posto per contribuire concretamente alla costruzione ma, necessariamente, ci sarà bisogno anche del buon cuore di tanti amici, privati e pubblici, disponibili a partecipare a una finalità di così grande valenza sociale, essenziale alla vita stessa di un’intera popolazione. L’accesso alle risorse idriche garantisce il superamento dei grossi problemi che affliggono queste zone». Oltre alla fame bisogna fare i conti con l’ignoranza e i conflitti etnici.
La serata benefica di venerdì.
A questo scopo, col supporto dell’amico «Johnny Ponta e dalla Maval Band», è in programma per venerdì 20 gennaio un concerto alla Cantina Sociale di Lavis, oltre a una lotteria di beneficenza con parecchi premi, in modo da raccogliere fondi e riuscire a dare avvio a questo progetto. «Ringraziamo di cuore Johnny Ponta e la Maval Band per essersi messi a disposizione e aver promosso l’iniziativa, la Cantina La Vis per la generosa ospitalità e il supporto, gli sponsor e tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione dell’evento. Non può mancare un ringraziamento anche alla Regione Trentino Alto Adige che ci ha sempre supportato nei vari progetti e speriamo che anche in questa occasione possa essere a noi vicina e sostenerci nella realizzazione dell’acquedotto di South Horr. Infine, un grande grazie a tutte le persone che hanno a cuore le necessità di chi, lontano, vive nel bisogno. Percorriamo assieme le strade polverose del nord del Kenya, fra il popolo Samburu, e lasciamo che ogni impronta del nostro cammino, porti la goccia d’acqua che lava le ferite e dona la speranza di un futuro migliore. Riceveremo in cambio un semplice “Ashè Oleng - grazie” con un sorriso che apre il cuore».
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