Grandi carnivori

Lupi stabili in Trentino: sono 26 i branchi, due esemplari “confidenti”

Negli ultimi due mesi si sono registrati 17 casi di danni al bestiame e 11 investimenti. Prosegue il dialogo con Roma per ottenere il via libera allo spray anti orso

ISPRA Lupi confidenti, il nuovo protocollo con le "quote da abbattere"



TRENTO. Secondo i dati preliminari del monitoraggio 2024, la popolazione di lupo appare stabile in Trentino, con un numero di branchi sostanzialmente inalterato, 26 quelli identificati lo scorso anno. L'anticipazione è stata comunicata al Tavolo grandi carnivori, che si è riunito ieri pomeriggio 20 febbraio.

"L'attenzione rispetto alla gestione di questi esemplari rimane massima da parte dell'Amministrazione provinciale, con l'obiettivo di dare risposta alle sollecitazioni della cittadinanza. La presenza dei lupi sul territorio è consolidata ed è dunque necessario continuare a lavorare nella massima trasparenza, a partire dalla comunicazione sui comportamenti da mettere in atto per la sicurezza delle persone e degli animali da compagnia" ha spiegato l'assessore alle foreste con delega ai grandi carnivori Roberto Failoni. Parole pronunciate anche alla luce dell'attacco di un lupo ad un cane sul territorio di Canal San Bovo avvenuto lo scorso 31 gennaio.

Nel periodo compreso tra dicembre 2024 e febbraio 2025 sono stati registrati 17 episodi di danni al bestiame e 11 investimenti (in 4 casi gli animali urtati si sono allontanati). Casi di esemplari confidenti si sono registrati a Castelfondo e in Val di Fassa: in entrambi i casi il personale forestale ha messo in atto la dissuasione con pallettoni di gomma, mentre un terzo esemplare è stato avvistato ripetutamente nel basso Primiero.

Il caso dei quattro esemplari di lupo rinvenuti morti a Barco di Levico il 1° febbraio scorso per un probabile avvelenamento, è stato duramente stigmatizzato da tutti i componenti del Tavolo.

Prosegue invece il dialogo con i ministeri competenti, per consentire l'uso del bear spray come strumento di sicurezza personale agli operatori del sistema di Protezione civile del Trentino che opera nelle aree in cui i plantigradi sono presenti, oltre che ai custodi forestali. Ad oggi lo spray è infatti considerato un'arma ed è in dotazione al solo Corpo forestale trentino, ma l'obiettivo rimane quello di rendere lo strumento disponibile a chiunque intenda avvalersene.













Scuola & Ricerca

In primo piano