«Il turismo può decollare con 50 km di ciclabile» 

Un settore da sviluppare. Il Consorzio Rotaliana Königsberg ha chiesto al Gal di finanziare l’anello. Il direttore Francesco Anderlini: «Speriamo di realizzare il percorso entro il 2020» 


DANIELE ERLER


Lavis e rotaliana. Se si guarda sul lungo periodo, il turismo in Rotaliana ha subito negli ultimi tempi una crescita importante: in cinque anni, si è passati dalle 64.471 presenze del 2015 alle 92.217 del 2018. Eppure questa crescita, prima costante, si è bloccata all’improvviso un anno e mezzo fa. Nel 2018, gli arrivi totali sono calati del sei per cento rispetto al 2017. Anche in questa prima parte dell’anno si conferma la flessione: nei tre mesi estivi, le presenze sono calate di più dell’otto per cento rispetto all’anno scorso. Spiegare cosa sia successo non è semplice. «Di certo ha influito negativamente la pausa dell’attività di un paio di strutture importanti che normalmente registravano numeri significativi», spiega Francesco Anderlini, direttore del Consorzio turistico della Rotaliana Königsberg. La speranza è che si tratti di un calo temporaneo. Anche perché ci sono novità che potrebbero avere presto un ritorno turistico: come il giardino dei Ciucioi a Lavis o le nuove piste ciclabili della Rotaliana.

Lo sviluppo turistico, in zona, è sempre stato una sfida: non esistono quei grandi attrattori che caratterizzano per esempio la vicina Paganella o la zona del lago di Garda. Lo stesso consorzio è molto giovane, nato nel 2011 per volontà delle Pro loco.

Anderlini, si dice spesso che in Rotaliana ci sia un “turismo di passaggio”. È ancora una definizione corretta?

In generale sì. Abbiamo una permanenza molto breve, in media di due notti. Però bisogna considerare che ci sono persone che sono qui per lavoro e che si fermano per più tempo, alzando la media: ma questi non sono veri turisti. Le cose stanno comunque cambiando.

In che senso?

Stiamo registrando un progressivo calo delle permanenze negli alberghi, ma una crescita dei pernottamenti in agriturismi e nei bed and breakfast. È un dato interessante. Perché questo settore si rivolge proprio ai turisti, offrendo un’esperienza diversa rispetto agli alberghi tradizionali.

E che esperienze si possono fare in Rotaliana?

Nel corso degli anni abbiamo cercato di analizzare le risorse del territorio e di trovare quelle che, dal punto di vista turistico, hanno un valore forte, anche se in parte ancora inespresso. Ovviamente ci siamo concentrati sul settore del vino che è il più importante per questa zona.

Per esempio proponendo ai turisti di provare la vendemmia durante la loro vacanza.

Sì, siamo partiti con la partecipazione di poche cantine e ricevendo poche richieste dai turisti, soprattutto dall’estero. Poi negli ultimi anni siamo riusciti a strutturare sempre di più questa proposta. Quest’anno abbiamo offerto questa esperienza a un centinaio di persone: direi che è un buon risultato, considerando che avevamo un budget quasi a zero per la comunicazione. Però abbiamo costruito una collaborazione con Trentino Marketing e con la Paganella. Queste sinergie ci stanno facendo crescere. Anche perché, da quando abbiamo introdotto la guest card, abbiamo anche i dati dei movimenti. Quello che ci ha colpito molto è la mobilità dell’ospite medio: quando sono qui, si spostano in tutto il Trentino. Fanno esperienze dalla val di Sole al Tesino.

E poi ci sono i cicloturisti.

Però non si può dire che attualmente il cicloturismo sia una motivazione primaria per venire in Rotaliana. Noi offriamo solo un pezzettino del percorso che porta i cicloturisti verso Verona, il Garda o Venezia. Ma anche da questo punto di vista c’è una novità che potrebbe migliorare le cose.

Quale?

Abbiamo cercato di progettare con la Comunità di valle un percorso cicloturistico di quasi 50 chilometri, una sorta di anello che unirebbe tutti i nostri paesi. Abbiamo presentato una domanda di finanziamento al Gal. Siamo molto fiduciosi: speriamo che entro l’anno prossimo si possa dare forma e concretezza a questo percorso.

A proposito di novità: ora a Lavis hanno aperto i Ciucioi.

Noi ci crediamo fortemente. Pensiamo che questo bene debba essere valorizzato in una prospettiva globale. Il Comune per ora ha scelto una strada più localistica, almeno per l’inaugurazione: speriamo che in futuro si possa andare in altre direzioni.















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