Delibera sul “Cason”, dure le opposizioni
Mezzolombardo. A Mezzolombardo le minoranze in consiglio comunale – tutte, senza eccezioni – hanno presentato ieri un documento, per opporsi a una delibera della giunta comunale. A quella, nello...
Mezzolombardo. A Mezzolombardo le minoranze in consiglio comunale – tutte, senza eccezioni – hanno presentato ieri un documento, per opporsi a una delibera della giunta comunale. A quella, nello specifico, che dà in comodato d’uso il Cason di via Filzi all’istituto Martino Martini, dal primo settembre 2019 al 30 giugno 2023, con possibilità di rinnovo. È così che assume un nuovo risvolto politico il caso che vi abbiamo raccontato ieri sul Trentino: quello di alcuni genitori che sono sul piede di guerra, per la decisione di trasferire gli studenti di un intero corso – le sette classi del liceo di scienze umane, indirizzo economico sociale – proprio al Cason, nell’ex edificio della scuola media. Sarà la stessa giunta ora a dover decidere se accogliere o meno le osservazioni dell’opposizione. Comunque, questo è un passaggio dal forte impatto simbolico.
Anche perché si accompagna a diverse considerazioni di merito che si sommano ai dubbi già sottolineati dai genitori in una loro lettera. Le richieste sono essenzialmente due: di annullare la delibera o di limitarla almeno a un solo anno, con la previsione però di interventi tempestivi per risolvere tutte le problematiche presenti. I consiglieri ricordano come già nei primi anni Duemila, quando sindaco era Rodolfo Borga, si iniziò a progettare una nuova scuola media al posto di quella al Cason, perché «era divenuto inadeguato alle esigenze scolastiche e assolutamente obsoleto e decadente nella sua struttura». Nel frattempo «non ha subito interventi di ristrutturazione». La decisione ora di riutilizzare lo stesso edificio per esigenze scolastiche è, secondo le minoranze, alla stregua di un «eccesso di potere, posto che si pone in antitesi con le scelte delle precedenti giunte comunali».
Inoltre, sempre secondo le minoranze, «la delibera è viziata da illegittimità e illogicità perché il contratto di comodato non prevede, come necessario, il termine massimo di durata». C’è poi un altro problema: la scelta di trasferire proprio il liceo delle scienze umane è per le minoranze una sorta di discriminazione.
«Se tale oggettiva penalizzazione, che deve essere provvisoria, non fosse evitabile», a questo punto le minoranze propongono di seguire il consiglio di alcuni genitori: trasferire «tutti gli alunni delle sole prime classi, di tutti gli indirizzi scolastici». Per andare poi all’edificio principale con il secondo anno, contenendo «al minimo il disagio» ed evitando così la «disparità di trattamento» fra i vari indirizzi.
Ora non resta che aspettare il prossimo (auspicabile) passo della giunta comunale. D.E.