Il gioco del piccolo capitano
L'editoriale del direttore Paolo Mantovan sull'assessore Mirko Bisesti e gli scontri di venerdì sera nel palazzo della Provincia, dove si teneva una conferenza sulle differenze di genere. GUARDA IL VIDEO: L'assessore si aggiusta i capelli e poi esce scortato dalla polizia
Si potevano fare tante cose. Di fronte alla contestazione dei manifestanti che avevano subito una carica da parte di polizia in tenuta antisommossa dentro il palazzo della Provincia, venerdì sera l’assessore Mirko Bisesti poteva fare tante cose. Poteva uscire dal retro per non surriscaldare il clima: una via un po’ grigia di chiudere una serata, ma col senso della responsabilità di chi governa e vuol portare avanti la propria linea senza infiammare gli animi. Ma poteva anche fare un’altra cosa, bellissima. Poteva uscire dalla porta principale e proporre il dialogo. Poteva fermarsi lì e attendere che i leader del dissenso placassero la folla portando tutti al silenzio. Bisesti avrebbe potuto esporre le sue ragioni, mostrando di saper ascoltare pur andando dritto per la sua strada. Sarebbe stato un capolavoro. Di democrazia. Di intelligenza. E di coraggio vero. Il coraggio delle proprie idee.
Si potevano fare tante cose, ma Bisesti ha scelto la peggiore. Ha voluto affrontare la folla per far vedere che lui ci passa in mezzo. Si è fatto scortare. Si è fatto filmare dai suoi durante tutta l’uscita, mettendosi a posto i capelli un attimo prima. Si è fatto forte della forza delle forze dell’ordine (gioco di parole, sorry). Ha “sfondato” la folla senza dialogo. Ha sfidato tutti come se fosse in un videogioco. Ha giocato al “piccolo capitano”.
Chi governa deve avere il senso della responsabilità. Sempre. E in ogni luogo deve lavorare per unire, non per dividere, non per dare sfogo agli estremismi. È brutto scoprire che un assessore usa la ragione della forza, anziché la forza della ragione. Bisesti impari da Fugatti, che è diventato presidente dopo aver fatto tanta opposizione e tante manifestazioni senza mai farsi scortare da nessuno. Serve coraggio, piccolo capitano.