Giulia scrive a Bisesti: “Per noi un anno durissimo, non faccia terminare la scuola a fine giugno”
La studentessa ha inviato all’assessore una lettera: “Non ci tolga un mese di vita vera. Non è di certo colpa nostra se esiste il Covid”
TRENTO. Una lettera all’assessore provinciale all’Istruzione Mirko Bisesti. Per chiedere di non prolungare l’anno scolastico fino a luglio. L’ha scritta Giulia, una studentessa trentina di 16 anni.
A schierarsi a favore di uno slittamento della chiusura dell’anno scolastico negli scorsi giorni era stato il nuovo premier Mario Draghi. Dopo di lui anche il presidente della Provincia di Bolzano aveva spiegato che vista l’eccezionalità della situazione andrebbe presa in considerazione l’ipotesi di recuperare le giornate di lezioni in presenza perse quest’anno.
Giulia elenca all’esponente dell’esecutivo presieduto da Maurizio Fugatti i motivi per cui non bisogna alterare il calendario scolastico.
La lettera di Giulia
"Assessore Bisesti, Le scrivo per farle sapere l’opinione di una ragazza di sedici anni riguardo la proposta di proseguire l’anno scolastico fino a fine giugno.
Mi sembra che in queste decisioni l’opinione di noi ragazzi, che siamo i diretti interessati oltre al corpo docente, non venga neanche presa in considerazione.
Ormai è un anno che il Covid ha dato una svolta negativa alla nostra vita. Ma qualcuno si è mai chiesto davvero, oltre ai problemi economici, sanitari e chi più ne ha più ne metta, come stiamo noi ragazzi? Credo che in questo momento almeno il cinquanta percento degli studenti italiani non stia bene. Non metto assolutamente in dubbio che ci siano problemi maggiori rispetto a degli adolescenti che la sera piangono per il troppo stress, ma qualcuno si è mai messo nei nostri panni?
Qualcuno ha mai pensato che ci hanno tolto praticamente tutto? La discoteca dove andavamo a ballare il sabato sera, i concerti a cui cantavamo a squarciagola, l’abbraccio dato ad un amico dopo un momento difficile, la possibilità di conoscere gente nuova.
Praticamente tutto ciò che ci fa stare bene, perché sì, anche se noi ragazzi sembriamo sempre freddi con voi adulti, abbiamo anche noi dei sentimenti, abbiamo il bisogno di divertirci, il bisogno di poter staccare dalla scuola che tanto ci assilla e che tanto ci tiene incollati ai libri, il bisogno di un po’ di libertà.
Quello che chiedo non è di certo riaprire le discoteche o tornare alla normalità, perché sono perfettamente consapevole che non è fondamentale in questo momento.
Io chiedo solo comprensione. L’estate è l’unico momento in cui mi sento davvero viva. Il caldo, le risate la piscina, il non doversi svegliare pensando di avere quella temuta verifica di matematica, svegliarsi e non dover pensare “ma che giorno è oggi?”. Cose che magari lette così sembrano banali e un po’ stupide, ma che in realtà per noi ragazzi significano tanto.
La scuola quest’anno è andata avanti senza problemi. Non abbiamo mai saltato un giorno di scuola nonostante l’aumento dei casi, i professori sono riusciti comunque a fissarci verifiche usando le settimane in presenza come “bonus” per non farci copiare, tanto da essere arrivati a ritrovarci con anche 7 verifiche a settimana alla metà di febbraio.
Assessore Bisesti, non ci tolga un mese di vita “vera”. Non è di certo colpa nostra se esiste il Covid! Le assicuro che la scuola quest’anno è stata più efficace rispetto all’anno scorso: non capisco il bisogno di recuperare qualcosa che non è mai stato perso. Perché alla fine dovremmo pagare noi?