«Le analisi con il sistema Poct sono un rischio per l’utenza» 

L’allarme del sindacato. Il “Nursing Up” punta il dito contro l’innovativa modalità che potrebbe escludere la presenza notturna di tecnici di laboratorio all’ospedale di Tione: «Per qualsiasi intoppo si dovrebbe mandare la provetta a Trento»


Stefano Marini


Tione. Com’è la "salute" dell'ospedale di Tione? Non buona, almeno secondo il sindacato "Nursing Up" che alla vigilia della sperimentazione di apparecchiature per l'analisi del sangue "Poct" (acronimo di "Point of Care Testing"), denuncia rischi di disagio per l'utenza, sottolinea il mancato completamento del protocollo d'intesa che portò alla dismissione del punto nascita e chiede un aumento di risorse e personale per il nosocomio tionese. A parlare per "Nursing Up" è il delegato Fabio Lavagnino.

Il problema

«Di recente l'azienda sanitaria ha avanzato l'ipotesi di dotare tutti i pronto soccorso periferici trentini dei "Poct" - spiega Lavagnino -, apparecchiature d'analisi spesso utilizzate nei dipartimenti di emergenza e urgenza quali pronto soccorso e sale operatorie. Si tratta di apparecchiature che permettono di effettuare alcuni esami del sangue di massima in tempi più brevi rispetto ai laboratori di analisi. Possono essere utili, ma in aggiunta al laboratorio di analisi non a sua esclusione, che è invece ciò che temiamo l'Apss intenda fare a partire da Tione. Si tratta, infatti, di strumentazioni di prima risposta per agire sul paziente nell'immediato e che garantiscono solo le analisi di base ma che non sono nemmeno in grado di determinare l'alcolemia. Da novembre l'Apss vuole invece far partire una sperimentazione di 6 mesi per i "Poct" e appare orientata a utilizzarli per sostituire la reperibilità dei tecnici d'analisi in notturna».

I pericoli

Una eventualità che il sindacato ritiene da scongiurare. «La sperimentazione parte a Tione perché sono andate in pensione 2 persone nel laboratorio d'analisi e ci viene detto che non si riesce a trovare personale disponibile a lavorare in periferia. La cosa però non riguarda solo Tione, perché poi si pensa di estendere lo stesso sistema anche a Borgo Valsugana, Arco e Cles. Il punto è che tutta la letteratura scientifica indica come i "Poct" non debbano sostituire i laboratori d'analisi ma integrarli. Cioè, va bene il "Poct" ma deve comunque esserci almeno un tecnico reperibile che in caso di malfunzionamenti o di esami particolari possa intervenire tempestivamente».

La perdita della reperibilità notturna del laboratorio d'analisi causerebbe danno all'utenza ospedaliera? Secondo Lavagnino sì. «La notte in pronto soccorso a Tione lavorano 2 infermieri e 1 medico. Bisogna sapere che a Tione in notturna non c'è nemmeno il servizio di portineria. Le 2 infermiere del pronto soccorso oltre alle loro mansioni sanitarie di notte fanno portineria, effettuano le chiamate e devono controllare gli allarmi di tutta la valle. Oltre a tutto questo si vogliono mettere in capo a loro gli esami di laboratorio ma è chiaro che la loro operatività sull'utenza risulterà rallentata, perché se sei al "Poct" non puoi seguire i pazienti, con tutto ciò che questo comporta in termini di rallentamento del servizio. Secondo il prospetto presentato dall'Azienda, se un utente arrivasse a Tione di notte, abbisognasse di un prelievo ma la macchinetta non funzionasse, la provetta verrebbe presa, messa su un'ambulanza e portata a Trento, sapendo che da Tione ci vogliono circa 40 minuti. Si provi a pensare alle implicazioni di questa cosa. La richiesta del sindacato "Nursing Up" è stata conseguente. Serve più personale al pronto soccorso e il tecnico reperibile la notte deve essere garantito a prescindere dai "Poct". Ci hanno risposto che per 6 mesi si farà la sperimentazione e poi si vedrà».

I timori del sindacato

Il sindacato però fatica a fidarsi. «Il timore - conferma Lavagnino - è che si riproponga la situazione della risorsa che dovrebbe garantire la copertura a 24 ore del servizio di anestesia, che a me non risulta essere stata ancora inserita in organico nonostante fosse uno dei punti su cui si basava il protocollo d'intesa che diede il via libera alla chiusura del punto nascite di Tione. Parliamo di una figura che dal 2016 a oggi è stata disponibile all'incirca per 5 mesi. Anche adesso c'è un concorso ma è difficile credere che andrà a buon fine. Nel reperire personale per gli ospedali periferici è chiaro che serve prevedere incentivi. L'esempio del punto nascita di Cavalese insegna, volendo i professionisti si trovano, ma è chiaro che vanno pagati, per Tione questa disponibilità a oggi non pare però esserci».

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