Intimidazioni a S. Lorenzo condanna e timori in paese 

Banale, il sindaco Dellaidotti è preoccupato: «Numero eccessivo di migranti  per le dimensioni del comune. Proponiamo a Cinformi un ridimensionamento»


di Graziano Riccadonna


SAN LORENZO IN BANALE. Durissima condanna all’atto intimidatorio ai danni della struttura che dovrà ospitare 7/8 richiedenti asilo a “La Casa di Wilma”, nel centro storico di Prato, a San Lorenzo in Banale. Come raccontato nell’edizione di ieri del Trentino, ignoti nella notte fra domenica e lunedì, hanno bruciato una parte dell’ingresso del “b&b”. Fortunatamente solo danni lievi, ma segno tangibile del clima piuttosto ostile che si respira in paese. I valligiani chiedono un ripensamento sulla dinamica dell’arrivo dei profughi, o ancora meglio un ridimensionamento. Ma Cinformi non arretra di un passo e conferma l’incontro di questa sera, alle 20.30, per spiegare alla popolazione i dettagli dell’arrivo dei profughi.

Questa l’ottica che attraversa il mondo sanlorenzino all’indomani dell’annuncio semi-informale dell’arrivo dei profughi le settimane prossime. Al proposito, si apprende che i profughi africani saranno 7 e non 8, e che sono di seconda accoglienza, cioè sono sul territorio trentino già da tempo e non sono i nuovi arrivati delle ultime ondate di arrivi di profughi.

E’ questo il sentimento che prevale nella giornata della vigilia dell’incontro ufficiale tra Cinformi e popolazione, mediato dal Comune di San Lorenzo Dorsino. L’attesa di alcuni giorni è servita per fare alcune chiarezze su quanto potrà avvenire i prossimi giorni.

Naturalmente tutta l’opinione pubblica si dissocia e condanna unanimemente il grave atto intimidatorio accaduto l’altra notte, col tentativo d’incendio della porta d’ingresso del B & B “La casa di Wilma” sito nella frazione di Prato, a fianco dell’albergo San Lorenzo. Anche Cgil Cisl e Uil del Trentino condannano l’atto intimidatorio: «L’accoglienza è un valore che va sempre affermato, insieme anche al diritto alla sicurezza. Non è con atti intimidatori che si creano soluzioni». I sindacati invece sostengono che vanno rafforzate le politiche di inserimento sociale di queste persone: «Solo creando occasioni di inclusione lavorativa e sociale che l’accoglienza può funzionare». In tal senso, affermano ancora, sarebbe opportuno coinvolgere e informare maggiormente le comunità locali nella gestione dei progetti di accoglienza, anche per sottrarre “alibi” a chi fino a questo momento non si è sottratto.

Il sindaco Albino Dellaidotti è molto preoccupato della piega degli avvenimenti e si augura che dalla serata possa nascere un chiarimento che tranquillizzi la sua popolazione rispetto ai migranti in arrivo. «Come Comune vogliamo chiedere un ripensamento al Cinformi sulle modalità e tempi di arrivo dei profughi. Ma anche proponiamo un ridimensionamento nel numero, che ci pare francamente eccessivo rispetto alla dimensione del nostro comune, che è un comune medio - piccolo!»

Valter Berghi, già sindaco di San Lorenzo in Banale e attuale capogruppo di minoranza, rileva come qualche passaggio sia stato gestito non al meglio, come del resto l’informazione: «Poco opportuno dislocare i migranti a fianco di un albergo, per di più in una zona fittamente abitata e senza consultare minimamente gli abitanti e gli stessi interessati...»

Comunque assicura che in questo momento si tratta di fare i pompieri e non gli incendiarti, rispetto a una situazione già di per sé incendiaria: «Chiedo a gran voce un piano serio di inserimento, a parte il numero eccessivo di migranti, e la loro concentrazione, del tutto illogica se si vuole pensare a una modalità di inserimento nel contesto sociale e abitativo del nostro paese. Perché non dividerli, se proprio devono essere i sette-otto annunciati?» Domande che attendono una risposta chiara da Cinformi, che sarà presente col proprio direttore Silvio Fedrigotti a rispondere ai quesiti – e sono molti – degli abitanti del Banale.

Appuntamento stasera alle ore 20,30, nella sala comunale di San Lorenzo in Banale.















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