Ciclone Vaia, la priorità va a malghe e sentieri di rifugi
La montagna da salvare. I tecnici del Parco Naturale Adamello Brenta, con la Sat centrale le Regole di Spinale e Manez e i distretti forestali lavorano in sistema per ripristinare i danni
Strembo. Primo incontro operativo giovedì sera a Strembo per organizzare i lavori di ripristino della sentieristica del Trentino occidentale che hanno subito danneggiamenti dal ciclone Vaia di fine ottobre. Erano convocati i tecnici del Parco Naturale Adamello Brenta, i tecnici e i rappresentanti della commissione sentieri della Sat centrale, le Regole di Spinale e Manez, i Distretti forestali e i rappresentanti delle venti Sezioni Sat interessate dall’area Parco. Matteo Motter, assessore del Parco con competenza ai sentieri e delegato della Sat Carè Alto, fa il quadro della situazione e delle disposizioni impartite.
Com’è la situazione attuale?
Il ciclone Vaia ha colpito a macchie quindi ci sono aree molto danneggiate da vento, frane e smottamenti ed aree che sono state risparmiate. Il Parco ha prodotto una relazione sui propri sentieri e su quelli che deve manutentare, in convenzione con i comuni, ma il quadro complessivo si avrà appena sarà possibile effettuare nuovi sopralluoghi e rilievi. Al momento permangono ancora diverse ordinanze comunali di divieto di accesso alle valli dove le ditte esecutrici stanno rimuovendo gli schianti più importanti.
Cosa è già stato fatto?
Luca Biasi della Commissione sentieri SAT ha realizzato un database delle segnalazioni pervenute con cui è stato possibile individuare i luoghi colpiti e comprendere l’entità dei danni per quanto riguarda i sentieri accatastati. Questo database verrà integrato anche con i diciotto sentieri del Parco danneggiati. De Col ha poi assegnato gli incarichi agli enti che dovranno intervenire e i finanziamenti per poter partire.
Chi saranno i protagonisti del recupero?
Per certo abbiamo avuto indicazione che il Parco sarà coordinatore e collettore di informazioni. Metterà a disposizione le proprie risorse interne e gestirà il budget assegnato di 200.000 euro per le operazioni di recupero. Formerà poi due squadre di operai che si dedicheranno esclusivamente a questo scopo, procedendo anche a otto nuove assunzioni. Il Servizio Foreste si occuperà prioritariamente delle strade forestali e Giacomo Antolini ha già dato disponibilità a mettere a disposizione anche 200 giornate-uomo per i sentieri. Ci tengo qui a sottolineare il grande lavoro dei volontari delle sezioni SAT che svolgono annualmente manutenzione ordinaria alla rete sentieristica e ora saranno chiamati ad uno sforzo ulteriore. Contestualmente la SAT centrale e il Servizio Turismo della Provincia continueranno ad aggiornare il database per fornire informazioni reali ed evitare perdite di risorse.
Come si procederà?
La Provincia ha dato indicazioni in merito alle priorità da assumere considerando che l’obiettivo è quello di riuscire a “salvare la stagione turistica”. Innanzitutto dovranno essere recuperati i sentieri di accesso alle strutture in quota per il turismo e l’escursionismo come rifugi e bivacchi, poi si prenderà in considerazione la sentieristica secondaria, quella di collegamento tra i sentieri che portano ai rifugi, e in terzo luogo si andrà sui sentieri che conducono alle strade forestali, dove l’accesso sarà già possibile.
Per quanto riguarda l’area del Parco, ho personalmente richiesto di dare massima priorità anche ai sentieri che conducono alle malghe in quota, per salvaguardare la monticazione e la zootecnica.
I cantieri verranno messi in sicurezza e verrà posizionata dalle sezioni SAT, in tutti gli snodi di passaggio, la cartellonistica realizzata da Trentino Marketing per informare in tre lingue su quanto è successo e per quale motivo alcuni sentieri potrebbero essere interdetti.
E’ prevista una tempistica?
L’ipotesi operativa è di tre anni. Partiremo appena avremo individuato le priorità insieme al gruppo di lavoro. Verosimilmente in aprile potremmo essere sul campo. N.F.