AGRICOLTURA

Fitofarmaci, il Trentino resta la pecora nera d’Italia

Nell’Annuario 2018 dei dati ambientali Ispra (l’ultimo disponibile) siamo i peggiori come presenza di principi attivi per ettaro

Undici corsi d'acqua significativamente contaminati



TRENTO. Nonostante gli sforzi che negli ultimi anni il sistema dell’agricoltura provinciale sta (obiettivamente) compiendo , il Trentino (insieme all’Alto Adige) resta ancora in coda alle regioni italiane come presenza di principi attivi contenuti nei fitofarmaci usati nei campi. 

L'edizione 2018 (pubblicata quest'anno) dell' “Annuario dei dati ambientali” realizzato dall'Ispra contiene le ultime misurazioni disponibili, che si riferiscono al 2016. 

L'annuario dell’Ispra certifica che per il 2016 non si registra alcun miglioramento. Su ogni ettaro di superficie trattabile, che comprende i seminativi e le coltivazioni legnose agrarie, sono stati distribuiti 62,2 kg di principi attivi. I tipi di trattamento I trattamenti più diffusi sono quelli a base di fungicidi, insetticidi, acaricidi ed erbicidi. A richiedere un così elevato impiego di sostanze chimiche sono le coltivazioni della vite e del melo.

In regione si producono circa 1.500.000 tonnellate di mele all’anno, pari al 65% della produzione nazionale e questo spiega (ma solo in parte) la presenza così vasta delle sostanze. 













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