L’acqua “green” Cedea inizia a sgorgare 

Dopo l’ok provinciale, l’azienda della famiglia Rizzi promuove a livello internazionale il prodotto della sorgente di Alba


di Valentina Redolfi


ALBA DI CANAZEI. La sorgente è antica, ora ha il nome di Cedea, acronimo di “C’è la dea dell’acqua”. E un mese fa la nuova azienda Cedea della famiglia di Lizio e Monica Rizzi ha ottenuto il permesso dalla Provincia per lo sfruttamento dell’acqua oligominerale che sgorga da una sorgente ad Alba di Canazei in località Palua. L’acqua Cedea è stata campionata ed esaminata per molti anni. Nel 2013 ha ottenuto dal Ministero della Salute il riconoscimento di acqua oligominerale e ora, con l’autorizzazione provinciale, l’azienda della famiglia Rizzi potrà venderla (vendita però non diretta) a livello internazionale. Sì, perché proprio uno degli obiettivi di Cedea è farsi conoscere a tutto mondo, far conoscere se stessa e le Dolomiti, elemento imprescindibile e con grande e positivo impatto legato a tutto il progetto di design legato al brand. Per il momento in valle Cedea si trova sulle tavole dell’Hotel Croce Bianca e ristorante “Wine&Dine”. C’è la volontà dei proprietari di vederla anche nei ristoranti Stella Michelin.

Ma che cos’è Cedea? Che acqua è? Come confermato dalle indagini, Cedea è un acqua minerale, più precisamente “oligominerale” perché i milligrammi di minerali fissi in quest’acqua fassana sono 130 per litro. L’acqua diventa minerale quando una volta uscita dalla sorgente naturale non è soggetta a vincoli climatici: che piova, che nevichi o sotto il sole cocente, un’acqua minerale è immutabile. Cedea è poi acqua di lusso, perché è rara, perché fa parte di un progetto green e di nicchia. Viene prodotta solo in vetro, in bottiglie prodotte a Trento e con design unico e originale. La fonte Cedea permette di imbottigliare un litro e mezzo di acqua al secondo e a pieno regime si prevede una produzione di massimo 10 milioni di bottiglie all’anno. A livello nazionale, per capirsi, la produzione è di miliardi di bottiglie. L’impianto in cui viene imbottigliata è “green” e inserito all’interno di una casa. Non c’è infatti alcuna pompa per trasportare l’acqua all’interno delle condutture, ma ci arriva in maniera naturale e inoltre l’interno edificio è riscaldato con pompe di calore.

Sono ormai due anni che Lizio e Monica girano il mondo per acquisire professionalità e farsi strada nel mercato delle acque di lusso. Monica ha frequentato anche i corsi dall’Associazione Degustatori Acque Minerali e ha acquisito la qualifica di idrosommelier. «Perché - come la neo “idroimprenditrice” dichiara - non è solo acqua. Le acque sono diverse una dall’altra. Non è sbagliato nemmeno il tentativo di mettere all’interno del ristorante la lista delle acque. A seconda del cibo che si mangia, si dovrebbe poterlo abbinare a una precisa acqua con preciso un residuo specifico». Cedea rappresenta in valle qualcosa di unico e originale. «Noi siamo privati - dice sempre Monica Menozzi Rizzi - ma viviamo qui e vogliamo che il nostro sia un progetto aperto a tutto il territorio. Siamo qui e in futuro vorremmo anche aprire le porte e fare visitare la nostra azienda ai bambini tramite le scuole».

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