Il lupo sbrana due capre sopra le case di Masi 

Cavalese, la scoperta ieri alle 5 del pastore del gregge della Società Caprini della val di Fiemme. Il presidente Nones furioso: «La politica intervenga»


di Nicola Filippi


CAVALESE. Il lupo si avvicina sempre di più alle abitazioni. Nella notte fra domenica e lunedì il grande predatore dei nostri boschi ha ucciso due capre, un cane da guardia del gregge, ne ha ferite fra le sei e le sette al collo o sulle zampe posteriori, con profonde unghiate, ne ha azzoppate una trentina, ha terrorizzato l’altro cane, poi se n’è tornato nel bosco. Approfittando della nebbia e della pioggia battente. La nuova predazione del lupo è avvenuta nel recinto della malga bassa, usata dalla Società Caprini della Val di Fiemme, a 50 metri sopra le ultime case di Masi di Cavalese. La scoperta è stata fatta all’alba di ieri dal pastore che doveva iniziare la mungitura degli animali. Ha dato subito l’allarme al veterinario e agli agenti del corpo forestale provinciale: «Hanno ribadito che non possono farci niente, che dobbiamo solo imparare a conviverci e usare protezioni più efficaci». Alberto Nones, presidente della società caprini della Val di Fiemme, è sconvolto e grida tutta la sua rabbia contro la gestione provinciale del lupo. «È la prima volta che il lupo attacca così vicino alle abitazioni - racconta - la gente è terrorizzata. Noi siamo abituati a camminare nel bosco con i nostri figli e i nostri cani. Pensare che là dentro c’è un lupo affamato non è proprio un bel pensiero. Siamo stufi. Il mondo della politica deve capire che adesso è arrivato il momento di mettere un freno alle predazioni del lupo. Non può esserci convivenza». Ne ha per tutti, Nones. «Da quando mia figlia ha pubblicato la notizia sul profilo Facebook si è scatenato il finimondo. Oggi (ieri, ndr) ho ricevuto almeno trecento telefonate. Soprattutto gente comune, preoccupata». Il presidente Nones articola il suo ragionamento: «Il 22 giugno c’è la festa della transumanza delle capre che dalla malga bassa salgono in quota, a 2.000 metri, per l’alpeggio. Ma credo che se non cambia qualcosa, saremo costretti ad abbandonare l’idea».

Il lupo, nella notte fra domenica e lunedì, si è avventato sugli animali che stavano dormendo nel recinto di legno accanto alla malga. I cani hanno avvertito la presenza dell’animale, hanno abbaiato, hanno provato a fermarlo. Uno è stato sbranato e ucciso, l’altro è stato preso a unghiate: «Ieri non ha mangiato, come il resto del gregge di capre», spiega sconsolato Nones. «Chi gestisce la politica deve capire che se noi allevatori decidiamo di abbandonare le malghe ci perde tutta la montagna. Nel suo insieme. Travolgendo anche il turismo, che fonda tutta la sua immagine sulle nostre bellezze». C’è parecchio malumore fra gli allevatori, «ma ci augurano una pronta risposta, non solo con reti elettrificate - conclude il presidente Nones - serve un intervento di contenimento efficace». Sull’episodio Claudio Cia, consigliere provinciale di Agire, ha presentato un’interrogazione, su sollecitazione di Bruna Dalpalù, consigliera comunale a Cavalese e aderente ad Agire per il Trentino, che a sua volta ha presentato tempestivamente anche un'interrogazione comunale.















Scuola & Ricerca

In primo piano