«Dagli schianti legna per Notre Dame» 

La proposta del poeta/scrittore. Stefano Dell’Antonio, ladino, ambientalista e referente culturale, ha raccontato alla Rai la sua idea «Credo che possa essere un’occasione per far ri-sorgere dal nulla, in un abbraccio realistico, due bellezze, una naturale e una frutto dell’uomo»


Francesco Morandini


Predazzo. «Non è un’idea geniale, ma credo che possa essere un’occasione per far ri-sorgere dal nulla, in un abbraccio realistico, due bellezze, una naturale e un’altra frutto del lavoro dell’uomo». Non ha dubbi Stefano Dell’Antonio, ambientalista e scrittore/poeta fassano, “prestato” all’Agenzia delle foreste demaniali della Provincia a Cavalese dove lavora come referente culturale: tutti i soggetti politici, culturali ed economici della Regione Trentino-Alto Adige dovrebbe mobilitarsi per donare a Parigi il legname necessario per ricostruire la cattedrale di Notre Dame. L’abbazia di Notre Dame a Parigi, uno dei monumenti più importanti e famosi del mondo, è stato gravemente danneggiato lunedì scorso da un enorme incendio che ha distrutto la famosa guglia della chiesa e due terzi del tetto.

Dell’Antonio col bosco ci lavora, ma la tutela dell’ambiente per lui è una combinazione fra natura e cultura. Col legno si fabbricano anche i violini, ma pure le ghironde che ama suonare quando non lavora o non scrive.

La proposta l’ha lanciata ieri dai microfoni del TGR. Ma come le è venuta in mente?

«Voglio subito dire – esordisce – che è ora che nelle piccole e grandi cose ci facciamo carico in prima persona senza aspettare che facciano gli altri. Da una parte è crollata la natura e l’ambiente, dall’altra un capolavoro della storia. Dalle ceneri di queste due catastrofi può rinascere qualcosa».

Il riferimento è esplicito alla relazione fra le persone e le culture. Una proposta dal basso che, per l’ambientalista fassano, dovrebbe essere recepita almeno a livello regionale, coinvolgendo Comuni, Asuc, Provincia e Comunità di Fiemme.

«E non parlo solo dei boschi di abete, ma anche delle latifoglie crollate in Valsugana che possono essere utili per strutture elastiche e dinamiche».

Ha parlato con esperti circa l’utilizzo di legname schiantato per costruire strutture portanti?

«Certo, ne ho parlato con alcuni architetti. Il legname che ha subito contorsioni può essere anche più utile proprio per le contorsioni che ha subito. Questa cosa però o si fa subito o non si fa. Se passano 1 o 2 mesi non ha più senso. E’ una proposta che va colta e concretizzata al volo».

Ha avuto riscontri dopo la sua intervista?

«Certo, da cittadini, forestali, amici, anche da uomini di cultura. Ho avuto tanti riscontri positivi».

Prima di lanciare questa proposta ne ha parlato con rappresentanti delle istituzioni che dovrebbero essere coinvolte?

«Non l’ho fatto di proposito per evitare, forte delle esperienze passate, che se ne appropri qualcuno, il paese, la provincia, la valle, eccetera. Dovremmo sentirci tutti coinvolti. In fondo basterebbero 3 o 4 Tir – aggiunge – naturalmente di legname selezionato, ma potrebbe servire anche altro legname per costruire sulla piazza una cattedrale in legno come ha proposto Renzo Piano».

Stefano Dell’Antonio è convinto che l’archistar ligure, che ha offerto la sua disponibilità, sarebbe ben felice di portare a Parigi il legname di Fiemme o quello di Arte Sella.

Certo è che la proposta farà discutere. L’importante, sembra dire Dell’Antonio (anzi lo dice proprio) è che si faccia, che si passi dalle parole ai fatti. «Questa – conclude – è un’occasione da non perdere per fare qualcosa».

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