il caso

Europa Verde accusa: "Direttore del Servizio fauna, nomina inopportuna"

Alessandro Brugnoli era direttore tecnico dell'Associazione Cacciatori: “Incarico impugnato e messo in discussione da un ricorso al Tar” (foto repertorio Ansa)



TRENTO. «Apprendiamo dalla stampa della nomina del nuovo direttore del Servizio Fauna della Provincia, Alessandro Brugnoli, in precedenza direttore tecnico dell'Associazione Cacciatori. Tale incarico è già stato peraltro impugnato per questioni legate al concorso e messo in discussione da un ricorso al Tar. Notiamo come un servizio che dovrebbe tutelare la fauna selvatica proprio dai cacciatori, veda inserito al massimo livello chi proviene da quel mondo». Lo scrivono in una nota Lucia Coppola, Ornella Dorigatti e Marco Ianes di Europa Verde.

«Tenere separato il ruolo dei cacciatori dalla tutela della fauna selvatica sarebbe più che opportuno. Questa commistione riguarda anche, purtroppo, le guardie forestali. La regola del controllato che non può essere controllore evidentemente in Trentino non vale e si procede con la distruzione organizzata del sistema di tutela faunistica che sta diventando sempre più succube di logiche partitiche che non hanno un interesse reale per la salvaguardia e la tutela della biodiversità, così preziose per il nostro territorio, ricco di boschi, rocce, maestose cime e ghiacciai». «Questo patrimonio di bellezza e natura, pure selvaggia e incontaminata in tante sue parti – scrivono gli esponenti di Europa Verde - necessita di una gestione oculata e attenta, di una direzione rispettosa dei temi legati all'etologia e al benessere animale; poco burocratica e certo non ambigua per quanto attiene anche la salvaguardia della fauna che popola i Parchi».

«Tra il resto non si comprende la ragione per cui il Presidente Fugatti abbia ritenuto di scorporare il Servizio Faunistico dal Servizio Foreste, posto che non si tratta di una scelta tecnica ma politica che non consente un' opportuna interazione tra i due Servizi. Che dire? Profondo sconcerto e non apprezzamento per l'ennesima scelta dirigenziale, che non riguarda ovviamente la persona chiamata in causa, mai ci permetteremmo, ma il ruolo pubblico che andrà a ricoprire, in una situazione attualmente molto complessa della gestione della fauna selvatica in Trentino. Decisione sulla quale siamo in disaccordo in quanto non neutra ed equidistante».













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