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Dodici morti sul lavoro in Trentino, allarme dei sindacati: «Ora basta»

La Cgil dopo l’ultimo incidente di Scurelle dove ha perso la vita Natalino Paradisi: «Servono più controlli e sanzioni più stringenti»



TRENTO. Tre persone, tre autotrasportatori, hanno perso la vita ieri mentre erano a lavoro. Si allunga dunque drammaticamente la lista dei morti sul lavoro in Trentino che da inizio anno ad oggi sono stati dodici. Ieri sera l’ultima vittima in Trentino, a Scurelle, dove Natalino Paradisi, 55 anni, ha perso la vita schiacciato dalla sponda del camion nel piazzale di una segheria.

“Siamo di fronte ad una situazione drammatica che richiede azioni immediate – dicono Manuela Faggioni, responsabile per la salute e la sicurezza e Franco Pinna, segretario della Filt Cgil che esprimono vicinanza alle famiglie delle vittime -. Già oggi chiederemo formalmente la convocazione immediata del tavolo provinciale di coordinamento per la salute e la sicurezza. Non si può più restare fermi, serve cambiare passo con maggiore prevenzione e più controlli. E’ evidente che le misure messe in atto fino ad oggi non sono sufficienti né crediamo che sarà risolutiva la patente a punti così come è prevista. Serve un investimento maggiore in formazione, servono sanzioni più stringenti e soprattutto serve rafforzare il personale dei servizi ispettivi. Non possiamo limitarci ad esprimere sconcerto per ogni lavoratore che perde la vita lavorando. Restiamo convinti che la Provincia di Trento possa e debba fare di più per arginare questo fenomeno”.

Faggioni e Pinna chiedono anche un investimento in prevenzione specifico sugli incidenti in itinere, in crescita sia per numero sia per gravità.

“Auspichiamo si faccia chiarezza nel più breve tempo possibile sulle cause e le eventuali responsabilità per quanto accaduto”, concludono i due sindacalisti.













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