Costi e liste d’attesa, i medici: «In Trentino aumentano i pazienti che rinunciano alle cure»
L’allarme all’incontro «Salviamo la sanità pubblica»: 300 posti letto persi negli ultimi 10 anni. Ioppi: «Il Covid ha dimostrato l'importanza di un sistema che funziona»
TRENTO. "Vogliamo portare il messaggio che la questione di salvare il sistema sanitario pubblico non è prerogativa degli operatori sanitari, ma deve essere interesse di tutti: operatori, cittadini e portatori d'interesse". A Trento, ad aprire l'incontro "Salviamo la sanità pubblica" nell'auditorium dell'Ospedale Santa Chiara di Trento, è stata la dottoressa Sonia Brugnara, di Cimo Fesmed, che ha citato come "madre di tutti i problemi" nella sanità "il definanziamento del servizio sanitario pubblico negli ultimi dieci anni".
Tra i problemi riscontrati, la riduzione dei posti letto e le liste di attesa che si allungano. In Trentino ci sono stati "300 posti letto ridotti negli ultimi dieci anni, che equivale alla chiusura di quattro ospedali periferici", ha riportato Brugnara, che ha aggiunto anche che "è aumentata la percentuale dei pazienti che sta rinunciando alle cure, sia per i costi legati al rivolgersi alle strutture private, sia per l'aumento delle liste d'attesa".
Un dato positivo, ha detto Brugnara, c'è. "Il Trentino ha dimostrato di essere una delle regioni più virtuose per l'aspettativa di vita per i pazienti. In Trentino abbiamo 84 anni di vita rispetto agli 80 della Campania. Un obiettivo che è stato raggiunto dagli operatori sanitari e nonostante le condizioni avverse della sanità pubblica".
"Non si capisce perché ci troviamo a sostenere con forza che la sanità pubblica deve essere supportata dopo l'esperienza del Covid, in cui, se non ci fosse stata una sanità pubblica che funziona, non avremmo mai risolto la situazione", ha detto il presidente dell'Ordine dei medici Marco Ioppi. "Oggi come oggi - ha aggiunto - la sanità costa, costa tantissimo, e non c'è nessun governo che possa sostenere le spese esagerate che una sanità moderna esige. Per questo dobbiamo avere un patto sociale, metterci insieme a un tavolo con cittadini e istituzioni per avere una deontologia comune".
Ioppi ha parlato della necessità di "una coraggiosa riforma per la sanità, che vada a sostenere e a valorizzare i professionisti". Della stessa idea Renzo Dori, presidente della Consulta provinciale per la salute, "oggi non abbiamo bisogno di politiche tampone. Il sistema ha bisogno di un grande pensiero, di una grande volontà, per riformare il sistema. Oggi c'è bisogno di questo, e in questo percorso dobbiamo riuscire a costruire una forte alleanza tra i professionisti della sanità e chi usufruisce delle cure e della salute. Dobbiamo concentrarci di più sulla salute, perché è un elemento a 360°: investe tutti, mette tutti sullo stesso piano".