Comuni “ricicloni”: in Trentino sono 114 su 166 superano il 65% di differenziata
Il rapporto di Legambiente: punte del 90% nelle Giudicarie. Pugliese: «L’inceneritore? Soluzione del passato»
TRENTO. In Trentino sono 114 su 166 (68,7% del totale) i Comuni "rifiuti free", che raggiungono l'obiettivo del 65% di rifiuto differenziato previsto dalla normativa del 2012 e che ne contengono la produzione da avviare a smaltimento entro i 75 chilogrammi pro capite all'anno. Ad eccezione di cinque amministrazioni (Folgaria, Nomi, Terragnolo, Trambileno e Vallarsa), per un totale di 8.118 abitanti, pari all'1,5% del totale della provincia, che non riescono a raggiungere l'obiettivo del 65% di raccolta previsto dal testo unico ambientale del 2006, le altre vedono percentuali molto elevate di differenziata, con punte di quasi il 90% nella Comunità delle Giudicarie. Lo si legge nel rapporto "Comuni ricicloni 2024. Trentino", presentato da Legambiente alla Fondazione Caritro di Trento.
"La raccolta è quasi all'83%, un dato che pone la Provincia di Trento al di sopra dei suoi obiettivi per il 2028 e che vede il Trentino come sesta realtà in Italia", spiega all'ANSA il presidente di Legambiente Trento Andrea Pugliese.
Per quanto riguarda l'"impianto termico per il recupero energetico dei rifiuti" menzionato nel Quinto aggiornamento del Piano provinciale dei rifiuti, nella prefazione al documento presentato Pugliese scrive che si tratta di "una soluzione del passato, non adeguata alla quantità di rifiuti indifferenziati della provincia (circa 46.000 tonnellate nel 2023) e all'obiettivo di diminuirle". "Sembrerebbe molto più coerente con la situazione attuale e la transizione verso un'economia circolare - aggiunge Pugliese - prevedere obiettivi più avanzati di riduzione e raccolta differenziata e, per la parte residua, migliorare l'impianto di trattamento biologico-meccanico e puntare al recupero di frazioni più omogenee".
Sul via libera, da parte della Provincia di Trento, al Consorzio Egato per il coordinamento delle funzioni e delle attività connesse al ciclo di rifiuti, Pugliese sostiene che "in astratto è un'idea sensata cercare di razionalizzare le cose e prendere le esperienze che funzionano meglio per estenderle e avere un'uniformità. Però in questo momento non è assolutamente chiaro come questo Egato funzionerà, ed effettivamente c'è la paura che tutte le esperienze e le comunità in cui la raccolta funziona bene, magari a tariffa di rifiuti limitata, possano vedere peggiorare le cose in futuro".