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Carlo Papi: “Gli orsi? Parliamo di Andrea. Ci sarebbe piaciuto vedere la stessa energia per lui”

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, che ha “salvato” Jj4 e Mj5, Carlo Papi torna a chiedere giustizia per il figlio Andrea, il giovane ucciso il 5 aprile dall’orsa a Caldes. I legali della famiglia: “Il suo caso non può e non deve passare in secondo piano”

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TRENTO. "Noi preferiamo parlare soltanto di Andrea e continuiamo a chiedere giustizia. Chi ha sbagliato deve assumersi le proprie responsabilità e rispondere di quanto accaduto. In questi giorni abbiamo letto e sentito le notizie più stravaganti. Non giudichiamo: tuttavia, ci sarebbe piaciuto vedere la stessa sensibilità, la stessa forza nel perseguire un obiettivo/nel difendere qualcosa e lo stesso movimento di persone (alcune delle quali disposte addirittura a sacrificarsi per l'orsa) nei confronti del nostro amato Andrea". Queste le parole di Carlo Papi, padre di Andrea, ucciso dall'orsa Jj4 a 26 anni lo scorso 5 aprile a Caldes, diffuse in una nota a nome della famiglia.

"In questi giorni non si parlerà d'altro che di quanto stabilito dal Consiglio di Stato - sottolinea nella nota Maurizio Cibien, referente di Giesse Risarcimento Danni per il Trentino, che assiste la famiglia Papi -. Noi rispettiamo, ovviamente, la decisione dei giudici ma ci teniamo a tenere alta l'attenzione sul caso di Andrea che non può e non deve passare in secondo piano. Tramite i nostri legali stiamo seguendo gli sviluppi delle indagini della Procura di Trento, sul cui lavoro riponiamo la nostra massima fiducia, e andremo fino in fondo per ottenere giustizia".

 













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