«Scampanio assordante»: Chiarano chiede interventi 

La polemica. La zona meridionale della frazione arcense protesta in Comune. Suonano per sette volte al giorno, per 120 battute: «Il rumore è così forte che impedisce le conversazioni»


Gianluca Ricci


Arco. Come se non bastassero i lavori che per mesi e mesi hanno interessato la parte più meridionale dell’abitato, fra il nuovo piazzale della chiesa e il parcheggio interrato realizzato da Eremo, e quelli che interesseranno quella centrale con il rifacimento dell’arredo urbano, Chiarano deve fare i conti anche con l’inquinamento sonoro: secondo le lamentele di alcuni residenti, infatti, le campane della chiesa di San Marcello risulterebbero una formidabile fonte di emissioni, tanto da spingerli ad invocare l’intervento dell’amministrazione per porre rimedio al problema. Secondo le loro rilevazioni le campane suonano sette volte al giorno nell’arco temporale compreso tra le 7.30 e le 19.30 per 120 battute prive di qualsiasi variazione armonica: ogni volta si tratta di uno scampanio della durata di almeno tre minuti ad un volume definito altissimo, al punto tale che gli interessati si sono armati di misuratore per fissare il numero massimo di decibel raggiunti durante i momenti in cui la piazza diventa ostaggio del pesante din-don delle campane.

Chi ha sollevato il problema sostiene che il rumore sia talmente forte da impedire nel frattempo qualsiasi tipo di conversazione sia in casa che al telefono, tanto più che la misurazione delle emissioni sonore è stata realizzata a finestre chiuse. Un grande frastuono, tra l’altro, a fronte di un’unica funzione religiosa, quella della domenica, giorno in cui le campane suonano due volte in più rispetto al solito per avvisare i fedeli dell’inizio delle funzioni religiose. La richiesta che viene fatta al Comune è quella di intervenire presso il parroco e di convincerlo a far partire lo scampanio meno volte al giorno, farlo durare meno tempo e, soprattutto, imporre un volume meno impattante su coloro che abitano nelle vicinanze della chiesa e del campanile. La normativa prevede che le emissioni sonore non superino quella che è genericamente definita come “normale tollerabilità”, considerata pari a tre decibel: passi durante le funzioni liturgiche, ma se il rumore viene prodotto anche lontano da esse secondo la legge deve rispettare la tollerabilità di cui sopra. È il sindaco, nel caso in cui vi sia contestazione formale e sia verificato il superamento delle soglie da parte di un perito specializzato, che deve intervenire per riportare la situazione alla normalità. Ma prima di ricorrere alle vie legali, sarà probabilmente il buon senso a decretare la fine della contesa delle campane di San Marcello.













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