Due anziani trovati morti in casa
La tragedia ad Arco. Silvia Antonia Bratti, 99 anni, e Giuseppe Caproni, 86 anni, vivevano insieme nella loro villetta di via Degasperi. L’allarme lanciato ieri da un vicino di casa. La donna è morta d’infarto, il marito si è lasciato morire nella vasca da bagno. Il sindaco Betta: «Erano inseparabili»
Arco. Dramma della solitudine ieri, ad Arco. In via Degasperi, all’interno di una villetta di proprietà, due anziani coniugi sono stati trovati morti. Per cause naturali, ha sentenziato il medico legale. Silvia Antonia Bratti, 100 anni il prossimo 2 giugno, originaria di Transacqua nel Primiero, è stata trovata dai soccorritori in cucina, morta per infarto. Il marito, Giuseppe Caproni, 86 anni, invece è stato rinvenuto nella vasca da bagno: è morto di “crepacuore”. Dagli accertamenti medico-legali, la donna è morta per prima, in cucina. Il marito, il suo compagno di una vita, che l’aveva sempre protetta dalle sue debolezze e fragilità, è andato in bagno e si è lasciato morire da dolore dentro la vasca da bagno (senza acqua).
Giuseppe e Silvia Antonia erano inseparabili. La signora, affetta da tempo da una malattia degenerativa, era sempre in movimento. Il marito era la sua ombra. Entrambi si caratterizzavano per la capigliatura fluente, da “figli dei fiori”, e l’abbigliamento d’antan. Non avevano figli e l’unico parente, il fratello di lui, Mario, era morto due anni fa a Dongo, in provincia di Brescia. Erano indipendenti e reclamavano la loro libertà a tutte le persone che negli anni avevano provato ad avvicinarsi per dare loro sostegno.
L’allarme è stato dato ieri mattina, verso le 11, da un vicino di casa (un agente della Polizia Locale), allarmato per la strana quiete e soprattutto per tutte le luci accese, in salotto e in cucina, anche in pieno giorno. Sul posto, è arrivato subito il comandante della Polizia locale, Marco D’Arcangelo, il quale ha immediatamente avvisato il magistrato di turno e atteso il medico legale. Nel frattempo, i vigili del fuoco di Arco hanno effettuato un controllo accurato per accertarsi che non vi fossero state anomalie nell’impianto del gas. Ma era tutto a posto. Riscaldamento in funzione, gas chiuso. Sabato scorso, i due coniugi erano stati accompagnati proprio dagli agenti della Polizia Locale al pronto soccorso di Arco, dopo un piccolo incidente stradale. Nulla di importante: dopo tutti gli accertamenti clinici, erano stati dimessi ed erano tornati nella loro abitazione. Ieri mattina, la tremenda scoperta.
«Mi dispiace tantissimo per l’accaduto - commenta il professor Romano Turrini, responsabile del centro d’ascolto della Caritas di Arco - colgo però l’occasione per dire alle persone che non devono avere timore a segnalare i propri bisogni, le proprie necessità. Ma anche un appello a tutte le persone per diventare buoni vicini, quello che un tempo c’era, ma adesso ognuno pensa a se stesso o teme d’impicciarsi. Invece vale la pena aprire gli occhi e accorgersi se una finestra è aperta, se una porta resta chiusa per troppo tempo e se qualcuno che solitamente si vede non si vede più in giro». E con l’emergenza Covid queste situazioni si stanno acuendo: «Noi interveniamo velocemente, dopo le segnalazioni, sia come aiuti economici, ma anche come compagnia. Noi non vogliamo che qualcuno si senta lasciato indietro».
Il sindaco di Arco, Alessandro Betta, conosceva bene la situazione della coppia. «È toccante, perché siamo di fronte ad una storia di autentico amore, di una coppia inseparabile, che ha vissuto da inseparabili, che ha voluto vivere a modo loro e che è morta anche insieme - racconta - lui la proteggeva, ha sempre fatto di tutto per non avere aiuti da parte dell’amministrazione, non si è mai fatto aiutare, si era sempre opposto. Io l’ho incontrato in Comune, ma lui ha sempre manifestato che non voleva nessuno ad accudirli, che lui era in grado di accudire da solo la moglie». N.F.