Chirurgia, Arco perde un altro pezzo 

Mauro Ottobre finisce al pronto soccorso con le coliche e scopre che l’intervento si fa a Rovereto: «Svuotato un gioiello»


di Leonardo Omezzolli


ARCO. Dopo la centralizzazione dei punti nascite che hanno portato alla chiusura del servizio nell’ospedale di Arco altre pratiche stanno subendo la medesima sorte. Nel caso specifico sono stati dirottati all’ospedale di Rovereto anche piccoli interventi di chirurgia come la cura di coliche alla cistifellea, detta colecistectomie.

A denunciarlo il consigliere comunale Mauro Ottobre coinvolto in prima persona nel fatto. Dopo essere giunto al Pronto soccorso per il riacutizzarsi di una colica, già nota da tempo, Ottobre ha chiesto ai medici quali procedure svolgere per procedere con l’operazione. Informazioni che aveva già chiesto alcuni mesi fa al sorgere dei primi sintomi, ma che questa volta vedevano spostare la sala operatoria non più nel proprio ospedale cittadino, ma in quello di Rovereto. «Questa notte, verso le 3 - racconta Ottobre - sono finito in pronto soccorso di Arco per delle coliche che mi danno noia da un po’ di anni. Era già successo tre anni fa - spiega -. Per queste ragioni, ora, dovrei operarmi per rimuovere la cistifellea e, da cittadino arcense, avrei voluto, come ho ribadito al personale medico, che l’operazione fosse fatta all’ospedale di Arco. Purtroppo - continua il consigliere - apprendo che nemmeno un’operazione tutto sommato banale, che ad Arco è sempre stata fatta, può essere compiuta nel nostro ospedale e dovrei recarmi a Rovereto o a Trento. Di fatto - chiosa il consigliere - in questi anni hanno completamente “svuotato” un ospedale che era un piccolo gioiello: altro che protocolli d'intesa e altre amenità».

La motivazione di questa interruzione di interventi nell’ospedale periferico è da imputarsi, proprio come per i punti nascite, al raggiungimento di standard operativi che Arco non soddisfa secondo le moderne normative. Il punto della situazione lo spiega il direttore dell’ospedale di Arco Luca Fabbri. «Da circa un mese e mezzo - spiega Fabbri - abbiamo preso questa decisione, che potrebbe anche essere temporanea su richiesta del dottor Ricci, primario di chirurgia di Arco e Rovereto. In Azienda Sanitaria si stanno seguendo le indicazioni di performance adeguate alle attività di professionisti. In questo caso vi è uno standard chirurgico che indica che sotto una certa quota di interventi l’anno il singolo o l’equipe non agirebbe con criteri di massima sicurezza. Per le colecistectomie - continua Fabbri - ad Arco si sono fatte sempre in numeri ridotti, sulla media di 30, 40 all’anno con punte di 50 interventi. Lo standard attuale nazionale è di almeno 100 interventi all’anno. Il primario - spiega infine Fabbri - per rispondere a questo standard a chiesto di poterle sommare a quelle che vengono svolte a Rovereto». Per il direttore dell’ospedale non è detto che nel prossimo futuro queste operazioni possano ritornare ad Arco. Se qualcosa se ne va, è anche vero che altro viene implementato ad Arco. «Stiamo dando molto sviluppo con nuove teconologie agli interventi alle vene varicose».













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