Al Floriani si progetta la casa per le emergenze
Gli studenti del terzo anno studieranno un’abitazione smontabile da utilizzare in caso di necessità. Si occuperanno anche dello spazio Itea “Luogo comune”
ALTO GARDA. L’uso di materie prime sostenibili e la creazione di una nuova rete sociale, che metta in relazione i singoli tra loro e con il territorio. Questi i due capisaldi del nuovo progetto, parte del più ampio “Welfare a km0”, che da lunedì prossimo vedrà coinvolte, nel dar vita a nuovi servizi per i cittadini, due classi del Floriani.
Gli studenti del terzo anno del corso in Costruzioni, ambiente e territorio (Cat), provenienti sia dal ramo specializzato in tecnologia del legno che da quello per la riqualificazione urbanistica, si dedicheranno infatti ad un piano lavorativo che consentirà loro di relazionarsi con la realtà locale e in particolare con le principali cooperative della zona, da Arcobaleno, a Mimosa, a Ephedra. «Sono in tutto diciannove, i soggetti che hanno preso parte all’iniziativa, tra pubblici e privati - spiega Fabrizio Bettoni, presidente di Ephedra, in occasione della presentazione del progetto - tra questi due Comunità di Valle, quella dell’Alto Garda e quella della Rotaliana-Königsberg, e due Comuni, Riva e Lavis».
E da questa molteplice collaborazione prenderanno avvio due diverse realtà: da un lato “Luogo comune”, uno spazio dedicato all’integrazione delle reti sociali, dall’altro un edificio che possa rispondere ad eventuali emergenze territoriali. «La prima operazione nasce dall’ascolto dei bisogni dei cittadini - continua Bettoni - e sarà la creazione di uno spazio dedicato allo “stare insieme”, che sorgerà nel quartiere Itea, in via Marchi a Riva, e parallelamente nella zona Furli di Lavis». Inaugurato sabato 20 gennaio, il “Luogo comune” rivano sarà ufficialmente attivo da febbraio e prevederà delle attività per bambini (il mercoledì dalle 16 alle 18), un momento dedicato alle chiacchiere e alla sartoria (sempre il mercoledì, ma dalle 9.30 alle 11), uno sportello per il risparmio domestico (attivo lunedì 12 e 26 febbraio dalle 16 alle 19), nonché, ancora, una palestra di programmazione, un cinema, un servizio di riparazione biciclette, «e tutto ciò che potrà venire in mente alla gente», conclude il presidente di Ephedra.
Finanziato per il 47% da Caritro e dalla Provincia, questo piano sarà affiancato alla progettazione di uno spazio abitativo d’emergenza. «Si tratterà di un edificio che dovrà essere pensato come veloce da trasportare e flessibile nell’uso, grazie alla sua modulabilità - spiegano la dirigente dell’istituto, Elina Massimo, e il professore coordinatore, Luigi Borromeo - la sua funzione sarà infatti quella di sopperire a necessità, dal sisma, alla riqualifica di un edificio esistente». Ancora da definire, tuttavia, gli aspetti tecnici che questa “casa assemblabile” avrà, dimensioni comprese. «Dipenderà anche dalle possibilità che il Comune ci darà - prosegue Borromeo - per il momento c’è l’ipotesi di un terreno in cui edificarla, ma nulla è certo». «Soprattutto non è certa la possibilità di trovare dei finanziatori che permetteranno di rendere il progetto su carta una realtà concreta», aggiunge Paolo Tonelli, della cooperativa Arcobaleno. «Per il momento, dunque, in classe ci si limiterà a disegnare e studiare l’ambiente abitativo, anche grazie alla collaborazione degli architetti di Mimosa, soffermandosi in particolare sulla sostenibilità ambientale», conclude la direttrice, Daniela Zanella.
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