il caso

Ambrosi come un ariete contro Urzì: “Gestione del partito da film dell’orrore, se ne vada”

La parlamentare chiede invece a Cia di restare: “E’ stato trattato dal Commissario in maniera sia politicamente sia umanamente ignobile. Ha anche bloccato praticamente tutte le chat del partito trentino, un atto i violenza politica contro la nostra gente

LA PROTESTA. "Cia rimette le deleghe e annuncia: “Mi autosospendo da FdI finché resta Urzì alla guida"



TRENTO. “Dopo il bellissimo trionfo che aveva portato alle elezioni politiche solo un anno fa Fratelli d'Italia al 25 per cento e ad essere primo partito in Trentino, tutti eravamo felici. Ma la gestione successiva da parte del Commissario Alessandro Urzi si è rivelata un film dell’orrore”. 
Lo dichiara Alessia Ambrosi, deputata di Fratelli d’Italia eletta come capolista in Trentino-Alto Adige.

“Mentre in tutta Italia Fdi vince e convince forte delle nostre formidabili buone ragioni, Urzì alle provinciali trentine - unico esempio negativo in tutta la Nazione - ci ha portati a perdere oltre la metà dei voti rispetto alle politiche. Una battuta d’arresto così grave da farci nuovamente tornare sotto la Lega, una cocente umiliazione per la nostra comunità. Non solo: nella nuova giunta provinciale avremo purtroppo un peso scarsissimo. L'assessorato di Gerosa - cui rinnovo i miei auguri e sono certa che per quanto possibile si farà valere - è di per sé importante. Ma abbiamo perso le altrettanto importanti deleghe di Claudio Cia, deleghe che adesso per ironia della sorte andranno alla Lega: incredibile!”


Di oggi infine la notizia dell’annunciato e probabile addio di Cia al partito. "Rivolgo per il supremo bene dell’unità del partito anzitutto un accorato appello a Cia affinché cambi idea e resti in Fratelli d'Italia. Mi rendo conto della situazione anche psicologica che vive, conosco la sua serietà, la sua abnegazione, e non dimentico che è stato proprio grazie a lui che il simbolo di Fratelli d'Italia è approdato in Consiglio provinciale a Trento quando in pochi, pochissimi ci credevano”.

“Cia ha moltissime ragioni per essere deluso, è stato trattato dal Commissario Urzì in maniera sia politicamente sia umanamente ignobile, senza riguardo alcuno, con modalità politicamente intimidatorie, come testimonia nei giorni scorsi la sua vergognosa espulsione dalla chat dei consiglieri. Un modo di far politica lontano mille miglia dall'educazione e dal rispetto per le persone. Non compatibile con il suo ruolo e con minimi principi di etica politica.
Lo dico come militante, come dirigente, come parlamentare, come persona e come donna.
Il Commissario Urzì, tra continue incontinenze verbali, ha bloccato praticamente tutte le chat del partito trentino, chat che sono di fatto l'unico reale e luogo di confronto per tanti iscritti, membri e dirigenti dei Circoli, unico luogo dove sia possibile internamente esprimere e condividere un punto di vista. Considero questo atteggiamento un atto di violenza politica inaudita contro la nostra stessa gente, che non andrebbe imbavagliata ma ascoltata e valorizzata.
Chiedo perciò che prioritariamente vengano ripristinate le minime condizioni di agibilità politica e di educazione oltre che di rispetto per la base del nostro partito. Fa solo male alla nostra comunità un Commissario che ha distrutto tutto lacerando anche tantissimi rapporti umani.”


“All'inizio della trattativa si riteneva che un solo assessorato con la Vicepresidenza sarebbe stato del tutto insufficiente, perché alla fine il peso che conta è quello delle deleghe.
Adesso, con la fine disastrosa della trattativa il Commissario tenta goffamente di spacciare questo stesso risultato come una vittoria, ma ormai lo hanno capito tutti che si tratta di meno di una vittoria di Pirro.
Tra la base il malcontento è fortissimo, molti sono tentati di strappare la tessera e andare via.
Invito tutti invece a rimanere nel partito e a credere fino in fondo nella possibilità di un reale cambiamento.
Chi deve andare politicamente via dal Trentino è il Commissario Urzi, il prima possibile. Se è riuscito a combinare tutto questo disastro in un anno, figuriamoci due".













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