«Droga, si vince grazie al dialogo»
Tanta gente alla serata al Casinò sulla tossicodipendenza
ARCO. Una serata per affrontare il tema delle tossicodipendenze in modo diretto, personale, coinvolgente e a tratti anche spiritoso. Si è svolta venerdì sera, al Casinò di Arco. Niente professori in cattedra per l’evento intitolato “Siamo stati scelti per vivere questa vita. Non distruggiamola”, ma padri, madri e giovani ex-tossicodipendenti che hanno parlato, senza veli e paure, di un problema sempre più presente nella nostra società. Stando ai dati nazionali, infatti, un ragazzo su cinque, in età da scuole superiori, fa uso di droghe nell’ultimo anno. Un numero che deve fare i conti, parallelamente, con il mito ormai sfatato delle droghe leggere e naturali: se negli anni ’70, infatti, il livello di thc (ciò che fa sballare) contenuto nella marjiuana era pari al massimo al 2%, oggi raggiunge livelli compresi tra il 20% e il 45%, mentre le piante stesse vengono trattate con sostanze chimiche ed ormoni. A ciò si aggiungono, come hanno spiegato i rappresentanti delle forze dell’ordine durante l’incontro, «le droghe sintetiche che aumentano a vista d’occhio, tanto che ne abbiamo almeno una o due nuove a settimana, la cui composizione è sempre sconosciuta». Un quadro, questo, che è stato ben delineato, attraverso video, aneddoti, canzoni, schemi e disegni, in modo tale da renderlo chiaro ed efficace ai molti genitori e ragazzi (di varie età) presenti.
Centrale, nelle diverse relazioni, proprio il ruolo genitoriale. È stata ribadita la necessità di dare ai propri figli un messaggio chiaro, senza cadere nell’errore di dire “usane poca” o di sottovalutare il problema, ma anzi trovando il coraggio di denunciarlo in prima persona. E poi si sono date istruzioni per riconoscere strumenti, nascondigli, atteggiamenti e caratteristiche fisiche tipici del drogato, anche grazie al racconto di una madre che è passata per quell’esperienza, Carla Pallaoro. Maurizio Folgheraiter, presidente e responsabile dell’associazione Amici di San Patrignano, ha infine simulato il tipico colloquio che si svolge con chi per la prima volta arriva nella sua associazione in cerca di sostegno, dimostrando in maniera semplice e efficace come dietro l’uso e abuso di sostanze stia l’incapacità di gestire le emozioni negative, ma anche e soprattutto una carenza di “lavoro di squadra” da parte dei genitori: «Il ragazzo che si droga vi spinge l’uno contro l’altro per avere ciò che vuole. Serve confronto», ha dichiarato.
La serata, che si è conclusa con un ulteriore racconto da parte di un giovane che ha portato a termine con successo il suo percorso in comunità, Mirco Sadler, è stata organizzata dall’assessorato della provincia Patt e coordinata da Luca Giuliani. (k.d.e.)
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