Grandi carnivori

Almeno 3 branchi di lupo in Lessinia, solo nel 2023 una decina di cuccioli, ma dopo l’elettrificazione delle recinzioni non ci sono state altre predazioni

A fare il punto è l’Associazione Io non ho paura del lupo, da anni impegnata direttamente e a supporto delle istituzioni preposte al monitoraggio del lupo sul territorio dell’Altopiano della Lessinia, a cavallo delle Province di Verona e Trento



TRENTO. “Dopo la recente scomparsa di Slavc e Giulietta, i famosi lupi fondatori del Branco della Lessinia e tra i principali artefici della naturale colonizzazione da parte del lupo nel nord-est alpino, il territorio della Lessinia vede nuove nascite in un territorio dove il lupo è ormai presenza stabile da oltre un decennio”. A fare il punto è l’Associazione Io non ho paura del lupo, da anni impegnata direttamente e a supporto delle istituzioni preposte al monitoraggio del lupo sul territorio dell’Altopiano della Lessinia, a cavallo delle Province di Verona e Trento.

Per quanto riguarda le nascite di cuccioli rilevate nel corso del 2023, l’associazione dichiara: “Allo storico «Branco della Lessinia», guidato presumibilmente da discendenti di Slavc e Giulietta si è affiancato nel 2020 il “Branco della Lessinia Orientale. Quest’ultimo nel corso del 2023 ha partorito 8 cuccioli, un dato rilevante per la specie, anche se la mortalità invernale potrebbe impattare sui nuovi nati.”

“Nel corso del 2023 si è inoltre registrata la nascita di un nuovo branco nella parte centro-meridionale dell’Altopiano, e anch’esso si è riprodotto con successo. Uno dei cuccioli di questo branco è stato rinvenuto senza vita ad ottobre, morto presumibilmente per cause naturali.”

Il tema delle predazioni continua a rimanere al centro del dibattito: “Anche il 2023 si avvia a conclusione con un bollettino salato a danno degli animali al pascolo. Come Associazione ribadiamo quanto sia necessario un deciso cambio di rotta allo scopo di proteggere gli animali d'allevamento”.

“Il lupo è presente in Lessinia ormai da 11 anni – spiega l’associazione - eppure nella maggior parte delle malghe caricate a bovini non esiste ancora oggi alcun sistema di prevenzione. Inoltre le Istituzioni continuano a indennizzare i capi predati anche laddove essi sono gestiti senza alcuna protezione. Questo secondo il nostro punto di vista non è opportuno, sia rispetto a quelli che sono gli indirizzi Comunitari, sia soprattutto nel rispetto di tutti quegli allevatori che si impegnano a proteggere i propri animali con un deciso aggravio di lavoro a loro carico.”

Rispetto all’ordinanza di abbattimento dei lupi responsabili delle predazioni a Malga Boldera, di fatto mai eseguita, i portavoce di “Io non ho paura del lupo” dichiarano che “Dopo gli aggiustamenti tecnici apportati al recinto in luglio, come il cambio dell’elettrificatore utilizzato, non ci risultano note ulteriori predazioni all’interno del recinto di Malga Boldera. Questa è la migliore testimonianza dell’efficacia dei mezzi di prevenzione, che non devono essere visti come “la bacchetta magica che risolverà tutti i problemi” ma come strumenti che, nel corso del loro utilizzo, possono necessitare anche di aggiustamenti e miglioramenti per garantirne l’efficacia.”

Sul tema abbattimenti infine l’Associazione ribadisce: “Abbattimenti? Parliamone. Non abbiamo paura e nemmeno i paraocchi, siamo coscienti che il vento in Europa sembra andare in questa direzione. Noi siamo disponibili a confrontarci con chi avrà voglia di discutere su questo tema nel rispetto delle solide basi scientifiche che dovrebbero animare questo tipo di dibattito. Ribadiamo tuttavia che per noi gli abbattimenti di lupi non possono rappresentare oggi un mezzo ordinario di gestione della specie o uno strumento per tappare le falle di chi vuole gestire i propri animali al pascolo come se il lupo non esistesse.”













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