Quanti Capodanni indimenticabili (che non ricordo più). Istruzioni per il 31 dicembre
Quanti Capodanni indimenticabili di cui ho perso la memoria. Si comincia da bambini, osservando i grandi che si preparano per festeggiare l’anno nuovo in grande stile. Magari alla fine escono (lasciandoti con i nonni) e tu li guardi chiedendoti che succederà esattamente in quell’orario misterioso e irraggiungibile che promette grandi cose nel cuore nero della notte. Poi cresci, la mezzanotte diventa a portata di mano (non era poi questa gran cosa) e il problema numero uno è avere una risposta (una qualsiasi!) alla domanda che tutti cominciano a rivolgerti quando arrivano le feste di Natale: che cosa fai a Capodanno?
Alla ricerca di un Capodanno indimenticabile (e una risposta pronta all’immancabile domanda) abbiamo provato feste di tutti i tipi: quella in parrocchia; quella nella vecchia villa abbandonata degli zii; quella in baita, dove l’idea era di essere una decina e ci siamo ritrovati in trenta; la festa in piazza con la bottiglia di spumante nella tasca del cappotto (e i piedi congelati) e tante altre.
Quanti Capodanni indimenticabili che non ricordo più. Ne ho ben presenti, invece, un paio: quello del cenone, quando ci intimarono di stringerci in dodici in un tavolo da sei (prendere o lasciare) e quello da amici dove a un certo punto un ospite tirò fuori a tradimento il Trivial Pursuit (prima di mezzanotte!) e fu subito chiaro che sapeva a memoria tutte le risposte.
L’anno del millennio abbiamo fatto finta di essere sollevati quando abbiamo visto che i computer funzionavano ancora (vi ricordate il millennium bug?) mentre nell’anno dell’euro eravamo ottimisti per davvero, in quell’epoca in cui tante cose sembravano possibili.
Chi l’avrebbe mai detto che ci saremmo scoperti un giorno a brindare con i bambini per poi alzarci presto la mattina e festeggiare il nuovo anno facendo colazione in un rifugio sulle piste da sci. Ora ci divertiamo così, senza grandi aspettative (ecco il segreto) tenendo a mente che per essere contenti (felici è una parola grossa) bisogna tirare le somme ogni sera e alzarsi con un progetto ogni mattina (non solo a Capodanno): Buon 2017!