Mondiali di sci a rischio flop. E dietro c'è il "buco"



Bisogna riconoscerlo, contro gli azzurri ai Mondiali di sci di St. Moritz si sta accanendo anche la sfortuna. In particolare nei confronti di Sofia Goggia, che ha visto sfumare due medaglie – due vittorie? – in tre giorni.  Detto questo, e auspicando che la dea bendata possa tornare a baciarci in fronte nelle gare tecniche – non nutriamo certo grandi speranze per la combinata alpina maschile  –, alcune considerazioni vanno fatte. La prima: gli azzurri sono arrivati ai Mondiali con troppe aspettative, alimentate da una prima parte di stagione di Coppa del Mondo costellata di podi. Tanti podi bassi e poche vittorie, però, colti peraltro nei mesi che precedevano la rassegna iridata engadina: l’esperienza ci ha insegnato a prendere con le molle i risultati delle stagioni caratterizzate da Mondiali e/o Giochi olimpici invernali, perché è in vista di questi ultimi che i campioni calibrano i programmi di allenamento.

Già, i campioni, e siamo alla seconda considerazione: quanti ce ne sono nelle squadre azzurre? E ancora: anche dietro a ragazzi come Fill, Paris, Innerhofer, Manni Mölgg e Gross, che ci hanno già regalato grandi soddisfazioni, quanti ne stanno crescendo? Con qualche rarissima eccezione – Bassino? – l’impressione è che il “buco” generazionale, in questi anni, si sia allargato paurosamente.













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