Il mondo alla rovescia: il Giro d'Italia "copia" le granfondo
È un po’ il mondo alla rovescia. Di solito sono le corse amatoriali a “copiare” i percorsi del Giro d’Italia e delle grandi Classiche, con le tappe e le gare più importanti trasformate in fortunatissime granfondo. L’anno prossimo succederà l’esatto contrario: sarà la Corsa Rosa, con un grandissimo omaggio alla più fortunata delle corse amatoriali – profumatamente pagato, non v’illudete – a riproporre il percorso della Maratona dles Dolomites.
Sabato 21 maggio, 16esima tappa, partenza da Farra d’Alpago, arrivo a Corvara dopo le salite ai passi Pordoi, Sella, Gardena, Campolongo, Giau, Falzarego e Valparola: esattamente quelle del percorso più lungo della “Maratona”, dalla quale la tappa del Giro ha ereditato – purtroppo, verrebbe da aggiungere... – anche l’arrivo: che propone sì l’ultima difficoltà costituita dal cosiddetto Mür dl Giat, ma che non può essere comunque considerato veramente in salita. Con la scarsissima (per non dire nulla) propensione degli uomini di classifica ad accendere le polveri prima dell’ultima asperità, il rischio è quello del tanto dislivello (oltre 5.000 metri, davvero parecchi) per nulla.
Gli organizzatori della Corsa Rosa sembrano un po’ contraddirsi. Negli ultimi anni avevano dimostrato che per far spettacolo non servono tanto migliaia e migliaia di metri di dislivello, quanto gli arrivi in salita. In questa edizione ce ne sono solo quattro: Roccaraso, Sestola, Alpe di Siusi (ma è una cronoscalata, peraltro molto corta), Risoul e Sant’Anna di Vinadio. Non è sicuramente un arrivo in salita quello di Andalo, peraltro preceduto da ascese non proprio spaccagambe come quelle del Passo della Mendola e di Fai della Paganella.
Si è parlato di Giro “equilibrato”, come succede da qualche tempo travisando il significato delle parole: il dislivello complessivo è infatti inferiore a quello – già non esattamente terribile – della passata edizione. Ma le idee camminano sulle gambe delle persone; alla stessa maniera, i Giri d’Italia sono equilibrati o per scalatori a seconda di come vengono affrontati. Sono i corridori a far la corsa dura. Per il momento alla Granfondo Rosa s’è iscritto solo Nibali: sarà lui a rovesciare il mondo sulle Dolomiti?