Italia Solare, 'l'agrivoltaico non danneggia l'agricoltura'



(ANSA) - ROMA, 03 MAG - L'agrivoltaico non ruba terreno all'agricoltura, non è un pericolo per il paesaggio e la biodiversità, non impedisce l'uso dei terreni per coltivazioni e pascoli, non prevede l'esproprio dei fondi, non impoverisce il territorio. Così Italia Solare, l'associazione delle imprese del fotovoltaico, smentisce sul suo sito quelli che definisce "5 falsi miti su fotovoltaico e agricoltura".
I pannelli solari non rubano terreno all'agricoltura perché, secondo le previsioni al 2030 del Piano nazionale energia (Pniec), andrebbero a coprire soltanto 60 mila ettari di superficie agricola, lo 0,24% dei 16,6 milioni di ettari di superficie agricola totale. Il Pniec prevede per il fotovoltaico 50 gigawatt al 2030, che richiedono 80mila ettari di superficie: il 30% potrebbe andare sui tetti, quindi sul terreno ne servirebbero solo 60.000 ettari.
La superficie agricola utilizzata oggi è 12,4 milioni di ettari, quella non utilizzata 4,2 milioni di ettari. Ogni anno vengono abbandonati oltre 120 mila ettari.
Il fotovoltaico non mette a rischio il paesaggio, perché sulle aree di pregio paesaggistico o naturalistico non è possibile installare pannelli a terra, perché già protette da vincoli. La presenza di alcune specie vegetali coltivate sotto o tra le file di pannelli fotovoltaici, come foraggio, aromatiche e medicinali, è ottimale per la biodiversità, poiché contribuisce a creare habitat favorevoli agli insetti impollinatori.
Tra le file e sotto i moduli fotovoltaici è possibile mantenere l'attività agricola e zootecnica, sostiene Italia Solare. Grazie all'ombreggiamento il benessere degli animali migliora e il consumo idrico si riduce fino al 20%.
Per legge l'esproprio non è consentito per gli impianti fotovoltaici, ma eventualmente per le sole opere di rete, che in ogni caso prevedono cavi interrati senza creare alcun problema all'attività agricola. I proventi derivanti dalla presenza di impianti fotovoltaici sul terreno possono essere utilizzati per realizzare miglioramenti fondiari. (ANSA).









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