Trasporti, l’Emilia Romagna ha fatto “i compiti a casa”
Il trasporto pubblico è a rischio Covid. Se non ci pensa il governo, dovrebbero pensarci le Regioni, che detengono la competenza, ma pure quelle latitano, spesso. A parte alcune. Alla fine l’affollame...
Il trasporto pubblico è a rischio Covid. Se non ci pensa il governo, dovrebbero pensarci le Regioni, che detengono la competenza, ma pure quelle latitano, spesso. A parte alcune. Alla fine l’affollamento di autobus, trasporti locali, metropolitane e treni regionali è sotto gli occhi di tutti. Preoccupano e non vi sono significativi controlli. Spesso il contatto è inevitabile ed è proprio lì che si sviluppano focolai del Covid. Sulle Frecce e su Italo i posti a sedere, e prenotabili, possono essere fino al 50 per cento della capienza, ma rimane la percentuale fino all’80 per cento sui trasporti locali. Una palese contraddizione. Anche l’ultimo Dpcm, il Decreto del presidente del consiglio dei ministri, non ha modificato la capienza dei trasporti locali, eppure scienziati ed esperti hanno richiamato il governo e le Regioni a ridurla. Ritengono, infatti, che questa sia una delle fonti principali del contagio. E la scelta di non ridurre le persone a bordo continua a provocare polemiche.
Chi ha fatto i compiti in casa è la Regione Emilia Romagna che ha potenziato il servizio per studenti e lavoratori di altri 392 autobus dall’inizio delle scuole, di cui 120 pochi giorni fa. Il governatore Stefano Bonaccini non è andato ad acquistare nuovi mezzi ma ha stipulato accordi con le aziende private di trasporto delle persone. Considerato che il settore privato è in forte crisi e c’è grande disponibilità di mezzi. Mezzi che saranno utilizzati nelle aree più critiche individuate a livello territoriale.
Il costo non è irrilevante: oltre 5,7 milioni di chilometri aggiuntivi, grazie a un investimento di oltre 16 milioni di euro. Un altro milione di euro è stato stanziato per dispositivi di sicurezza a bordo dei mezzi, dalla sanificazione alle pareti di protezione per gli autisti.
I dettagli dell’investimento, con le aree cui verranno destinati i 120 nuovi bus, saranno decisi nelle prossime ore, sulla base appunto delle maggiori criticità territoriali.
Il governatore ha specificato che si è “deciso di rafforzare ancora di più il trasporto pubblico nella nostra regione per garantire la sicurezza negli spostamenti degli studenti e dei lavoratori in questa fase di convivenza col virus. Si tratta di una prima, forte risposta, che lascia aperta la possibilità di ricorrere a eventuali scaglionamenti negli orari scolastici, qualora in futuro dovesse servire, oltre ad aiutare il settore privato, al quale ci siamo rivolti”. Ma se non c’è mascherina, sanificazione e distanziamento anche questo investimento rischia di fallire. “È necessario, sottolineano, ribadire quindi la necessità di utilizzare la mascherina e il gel igienizzante su tutti i mezzi e il rispetto della segnaletica di distanziamento predisposta dalle Aziende dei territori sia durante l’attesa che a bordo. L’obiettivo prioritario resta quello di garantire il migliore servizio in tutte le aree urbane ed extra urbane della regione, per far sì che le studentesse e gli studenti, così come i lavoratori, continuino a muoversi in sicurezza”. Ma Bonaccini, che è anche presidente della conferenza delle Regioni, punta a dilatare gli orari della scuola su tutta la giornata, cioè mattino e pomeriggio. Premendo sempre sulle lezioni in presenza. Vedremo se servirà a far diminuire i contagi.