Rovereto, al Museo della Guerra l'installazione sonora " Il Natale del '43"
Oltre alla città trentina, la mostra è realizzata anche all’istituto bergamasco per la storia della Resistenza e al Polo del Novecento a Torino, che hanno deciso di proporre in contemporanea a partire da ieri, 18 gennaio, una mostra con le voci di donne e uomini che vissero quelle giornate difficili
Rovereto. Il Museo della Guerra di Rovereto, l’istituto bergamasco per la storia della Resistenza e il Polo del Novecento a Torino hanno deciso di proporre in contemporanea a partire da ieri, 18 gennaio, “Il Natale del ‘43”; si tratta di un’installazione sonora che restituisce le voci di donne e uomini che vissero quelle giornate. Il progetto, patrocinato dalla Città di Torino e dal Consiglio regionale del Piemonte, è nato da un’idea di Daniele Jalla e realizzato da Mille Papaveri Rossi A.P.S., regia di Gianni Bissaca, installazione sonora di Gianni Bissaca e Christian Nasi.
A Rovereto, l’installazione sarà collocata all’interno della mostra “1943. La scelta”, dedicata alle scelte degli italiani dopo l’8 settembre 1943. Quello del ’43 è stato il quarto Natale di guerra vissuto dopo lo sbarco alleato in Sicilia del 10 luglio, la destituzione di Mussolini del 25 aprile, ma non solo. Fu preceduto anche dallo scioglimento del partito Nazionale Fascista, insomma dopo vent’anni l’Italia era crollata.
E le italiane e gli italiani, come e dove stavano alla fine di quell’anno? Gli uomini, in tanti dispersi nel mondo, prigionieri degli Alleati, in Russia o internati in Germania. Molti anche in patria, chi in fuga, chi nascosto, per lo più ancora incerti sul da farsi. Alcuni erano già saliti in montagna, subito dopo l’8 settembre, scegliendo di ingaggiare una nuova guerra contro l’occupante tedesco e i fascisti repubblichini che avevano già iniziato ad arrestare, uccidere, compiere i primi eccidi, destinati a continuare sino alla Liberazione. E le donne? In prima linea ad aiutare i militari in fuga, a fornir loro abiti civili, a nasconderli, alcune attive nella Resistenza, oppure in fabbrica o nei campi a lavorare, a fare lunghe code per procurarsi il cibo razionato, impegnate in una logorante guerra di sopravvivenza.
Queste sono le storie raccontate attraverso un’installazione realizzata in tre diversi luoghi della cultura a Torino, Rovereto e Bergamo, dove il visitatore può sentire le parole dei protagonisti di quegli eventi restituite dalle voci di attrici e attori. Natale non è solo una festa di famiglia, ma è una festività che accumuna, una ricorrenza sia collettiva che privata. A Rovereto l’installazione sarà ospitata all’interno della mostra del Museo Storico Italiano della Guerra “1943 La scelta”, che, attraverso le biografie di oltre trenta testimoni, racconta la complessità e la pluralità delle possibilità che si presentarono l’8 settembre 1943, in seguito all’armistizio siglato dal governo Badoglio con gli Alleati. I fili delle vicende dei combattenti per la Repubblica sociale italiana e per il Regno del Sud, dei partigiani, dei prigionieri e degli internati militari, narrate attraverso documenti e materiali conservati nelle collezioni del museo, si intrecciano in una rete complessa di scelte e destini possibili, nella quale il peso delle decisioni personali ha contributo a definire questo passaggio nodale della storia italiana. A Bergamo l'installazione sarà ospitata nella storica sede dell'ISREC alla vigilia del suo trasloco. Sarà un modo per salutare il lavoro che è stato fatto in questi cinquant'anni e che è stato sempre teso a legare ricerca e immaginario, storia locale e nazionale, desiderio di costruire reti che portano lontano e voglia di stare insieme negli spazi che si abitano. A Torino sarà posizionata nell’androne del Palazzo di San Celso, sede del Polo del Novecento e del Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e delle Libertà nell’ambito della Giornata della Memoria e delle commemorazioni dell’Ottantesimo della Liberazione. Con l’obiettivo che sia un progetto che si sviluppi, variando e crescendo, negli anni futuri, passando dal Natale del lungo inverno ’44, al primo dopo la Liberazione, al primo dell’Italia repubblicana per finire e culminare con il Natale della Costituzione.