Il carnevale, dopo tanti tormenti, è tornato davvero
A Storo in programma dal 16 al 25 febbraio, a Volano la sfilata dei carri sabato 18 e ad Arco spettacoli in piazza domenica 12 e domenica 19
TRENTO. Il Carnevale, dopo tanti tormenti, ritorna davvero. Anzi. Il Carnevale si avvicina e cominciano già a girare i primi grostoli, conosciuti anche come crostoli o chiacchiere, il dolce fritto tipico del Trentino in questo periodo.
Giovedì grasso quest’anno sarà giovedì 16 febbraio, mentre martedì 21 sarà il giorno di chiusura. I bambini vanno matti per il Carnevale, ma anche i meno giovani non si tirano indietro davanti al divertimento. Alcuni addirittura, dall’essere bambini in maschera, hanno deciso poi di organizzare l’evento tutti gli anni.
Un esempio è Nicola Zontini, giovane sindaco di Storo di 36 anni, che ha portato avanti con la sua associazione prima e con la pro loco poi, la tradizione del Gran Carnevale di Storo per 12 anni, dal 2008 al 2020. «Il nostro Carnevale nasce nel 1967 – ci racconta - e da allora ne sono successe di tutti i colori».
Era stato creato per scherzo, ma dagli anni ‘90 si è cominciato a pensare a carri strutturati, che prima si muovevano su un tracciato, mentre ora sono fermi e sono le persone che passano attorno a loro, per evitare problemi di sicurezza pubblica. Da fine 2020, con l’elezione a sindaco, Zontini ha passato il testimone di presidente della pro loco a Luca Comai, che ha raccolto l’eredità con piacere ed entusiasmo, nonostante il periodo storico particolarmente difficile.
«L’anno scorso ci siamo reinventati con il Gran Carnevale di Storo in versione estiva - racconta Comai - Una proposta diversa, senza carri ma con gruppi mascherati, per riavvicinare la comunità. Quest’anno però è ora di tirare fuori i carri che stanno aspettando da 3 anni in magazzino». Il Gran Carnevale di Storo comincia il giovedì grasso con la sfilata delle mascherine delle scuole, ma non si ferma al martedì con l’evento in cui sono presenti i carri. Vengono riproposti, infatti, anche il sabato successivo, questa volta assieme a quelli di Tione. «Tutti in paese partecipiamo al Carnevale, nessuno è escluso» ha concluso Comai. Anche a Volano la tradizione del Carnevale è viva e si tramanda ormai da molti anni. Era il 1959, infatti, quando l’allora parroco decise di tenere occupati i ragazzi dell’Azione Cattolica per fare aggregazione. E così nacque la sfilata dei carri e la rivista, che oggi si chiama “La Zuca” e tratta argomenti di satira del paese. I carri iniziali erano solo dei cassoni trainati da trattori, ma con il tempo l’arte dei carristi si è affinata sempre più e adesso si parla di vere opere d’arte alte vari metri.
È in quest’edizione però che le cose cambiano davvero, perché da pochi mesi il Comitato Carnevale è stato sostituito dopo 18 anni. La presidente è ora Barbara Consolati, che per molti anni ha fatto la carrista e passa adesso dall’altro lato dell’organizzazione. «Assumere questo incarico è un impegno importante – ci spiega – ma io e gli altri componenti del Comitato siamo carichi e stiamo apportando novità interessanti. La prima è che la sfilata si terrà sabato 18 febbraio e non il martedì, per facilitare i lavoratori che così non devono prendere ferie e possono anche riposare il giorno successivo. Il martedì, invece ci sarà la maccheronata che normalmente cadeva di sabato, abbiamo quindi invertito i due eventi. Speriamo che la gente capisca questi cambiamenti e venga a festeggiare assieme a noi, il Carnevale dei Ragazzi di Volano è ormai un’istituzione». I carristi quando iniziano la loro “carriera” spesso coltivano amicizie che vanno oltre la sfilata. La formazione, inoltre, non è lasciata al caso, come racconta Luca Malesardi, uno dei membri del comitato «Nel 2018 e 2019 sono stati fatti dei corsi estivi qui a Volano tenuti da un maestro del Carnevale di Viareggio con cui si è creata negli anni una bella amicizia, siamo anche andati a trovarlo nel suo laboratorio e speriamo possa tornare per insegnarci altri segreti».
Il carnevale di Arco, invece, si può dire che è quello più antico, nato nel 1876 come Carnevale Asburgico. L’organizzazione ha deciso di abbandonare già da qualche anno l’arte dei carri in movimento, per allestirli come palcoscenici, in totale 4 nel centro del paese, dove in due domeniche di febbraio (quest’anno il 12 e il 19) entrano in scena attori, sono presentate attività per i più piccoli, o esibizioni di danze latino americane. Il presidente del Gruppo costruttori del Carnevale di Arco, Mario Matteotti ricorda che questa è la seconda edizione in cui presentano questo format, e che l’anno scorso è stata una bella soddisfazione. «Abbiamo fatto fatica nell’organizzare per via del Green Pass, ma è stato comunque un successo. Se continua così anche quest’anno faremo il pienone».