Rinasce il 'silo di Aalto' ad Oulu, nell'artico finlandese
(di Alex Maxia)
Nel 2026 Oulu, città nel nord-ovest della Finlandia, sarà capitale Europea della cultura, insieme a Trenčín in Slovacchia. La città industriale che si affaccia sul golfo di Botnia ha scelto il motto 'Cultural Climate Change' (cambiamento dell'ambiente culturale), per racchiudere l'ambizione di portare un cambiamento culturale in un Europa post pandemia, nel pieno rispetto della natura. Da un laboratorio di cucina artica, al design e la valorizzazione della cultura indigena Sami, senza dimenticarsi della sauna, aspetto importante della cultura e quotidianità finlandese. (Il programma dettagliato verrà annunciato il 15 gennaio ma i preparativi sono in corso da anni.) A Meri-Toppila, quartiere residenziale nella periferia della città, tra le palazzine spunta 'il silo di Aalto', fino a pochi mesi fa in stato di completo abbandono ma che grazie anche alla capitale della cultura verrà ristrutturato e restituito alla comunità. Costruito nel 1931 è il primo edificio industriale progettato dall'architetto finlandese più celebre di sempre Alvar Aalto, ma non utilizzata dagli anni '80 e fino a poco fa a rischio demolizione: "Si tratta di uno spettro di un sistema economico che non esiste più" ha dichiarato Valentino Tignanelli, architetto italo-argentino responsabile del progetto, parlando con l'ANSA davanti al cantiere.
Arrivato ad Oulu per un master in piena pandemia, Tignanelli ha documentato il silo durante i suoi studi e nel mentre è stato catturato dalla cittadina al polo opposto della sua nativa Buenos Aires: "Oulu è una città di frontiera, al confine d'Europa, con molti spazi vuoti sia fisici che simbolici.
Nonostante siamo in Europa e la Finlandia sia uno dei paesi più sviluppati con un buon sistema di supporto, ci troviamo comunque ai margini e il futuro dell'Europa passa dall'Artico".
Temendo l'imminente demolizione, l'architetto ha fatto il possibile per salvaguardare il futuro del silo. "Si tratta di un pezzo d'architettura e ingegneria che fa parte della storia non solo di Oulu ma dell'architettura" ha sottolineato Tignanelli che tramite il lavoro di restauro vuole aiutare la comunità: "Ad essere sincero oltre l'edificio in sé è proprio il quartiere che mi affascina. É un ambiente urbano depravato che si distingue dal resto della città e che è stato completamente abbandonato dalla classe politica." Grazie all'intervento della fondazione Factum che ha acquistato lo stabile è stato possibile predisporre il restauro: "Si tratta di un progetto di trasformazione delle strutture fisiche dell'edificio ma anche del modo di pensare al riciclo di cemento armato" ha dichiarato Charlotte Skene Catling, celebre architetta e responsabile del progetto di restauro del silo.
"Vogliamo creare un 'protocollo di Oulu' in cui si definisce una metodologia per il riuso del cemento." Per Skene Catling si tratta di un passo importante per ridurre l'impatto ambientale del cemento, ridando nuova vita al vecchio, al posto di distruggere e ricostruire. "È affascinante Poche settimane fa l'annuncio che il 'silo di Aalto' è stato inserito tra i partner ufficiali del nuovo Bauhaus europeo: "questo è un grosso passo in avanti" ha sottolineato Valentino Tignanelli, "ora speriamo di riuscire ad avere il supporto politico necessario per poter inaugurare l'edificio nel 2026!" ha concluso. (ANSA).