Con The Large Glass, Alex Da Corte "interpreta" il Maxxi
(ANSA) - ROMA, 12 DIC - Il grande The Globe sospeso di Atelier Van Lieshout, che invita a riflettere sui confini mutevoli e sulle visioni contrastanti della Terra. L'esperienza di un ingresso senza uscita, nel giallo totale di una porta girevole che diffonde profumi nell'aria profumi, nel Mixing Parfums di Massimo Bartolini. O la violenza delle imponenti nuvole di fiamme e fumo di Fire Tires di Gal Weinstein, esposte per la prima volta al Maxxi. È il viaggio di The Large Glass, la mostra curata dall'artista concettuale americano Alex Da Corte (Philadelphia,1980) che dal 13 dicembre inaugura una nuova prospettiva nel programma espositivo del Museo nazionale delle arti del XXI secolo, che invita artisti e intellettuali a reinterpretare le sue collezioni.
"E' un nuovo sguardo che abbiamo pensato di affidare a un artista", spiega il direttore artistico della Fondazione Maxxi, Francesco Stocchi. "Un progetto che rientra in una visione di valorizzazione della collezione permanente che mette al centro l'artista e la creatività - aggiunge la Direttrice Maxxi Arte ad interim Monia Trombetta - Ma anche un racconto autoriale che restituisce letture inedite di opere più volte presentate, ora portatrici di nuovi messaggi e connessioni tra loro e l'architettura".
"Quando mi è arrivato questo invito - racconta Da Corte, artista riconosciuto a livello internazionale per il suo linguaggio multidisciplinare - passeggiando per le strade di Roma, ho pensato a come portare tanta bellezza e arte all'interno di un museo. Questa esposizione è un mix di storia e confini, bellezza e violenza, mistero, vecchi e nuovi amici".
Allestita nella Galleria 4, la mostra è dunque insieme un invito a riflettere sulle dinamiche dell'alterazione e del mutamento e un viaggio che celebra il perpetuo dialogo tra le opere e gli artisti che le hanno concepite. Tra i protagonisti spiccano opere e artisti di fama internazionale come Sculture di linfa di Giuseppe Penone, l'enigmatica fotografia di Luigi Ghirri del 1978 Modena, Races of Mankind di Kara Walker, sulla storia dolorosa del razzismo e Preparing the Flute di William Kentridge. (ANSA).