Ilaria Visentin, la passione per il vino che nasce tra vigna e cantina
E’ una vignaiola di Grumo, frazione di San Michele all’Adige, che entrata in azienda per necessità, si è innamorata del suo lavoro e adesso non cambierebbe più
Grumo. Ancora una volta siamo a raccontare la storia di una donna del vino grande appassionata del suo lavoro, che ha partecipato al concorso Dalla Vigna alla Cantina, organizzato da ACLI e dalla Diocesi di Trento. Un momento di valorizzazione del nostro lavoro afferma la nostra protagonista odierna.
Si tratta di una vignaiola di Grumo, frazione di San Michele all’Adige, che entrata prima per necessità e obbedienza al padre si è innamorata del suo lavoro in azienda ed in cantina. Parliamo di Ilaria Visentin, che dopo la scuola professionale di segretaria d’azienda è stata precettata dal padre per entrare a lavorare nell’azienda vitivinicola di famiglia. Ebbene, ben presto il lavoro è cominciato a non pesarle più man mano che la passione per il lavoro in azienda cresceva ed ora non cambierebbe per nessuna cosa al mondo.
"In cantina – afferma - ho conosciuto anche un giovane, poi diventato mio marito, che da cliente è diventato la mia spalla in azienda”. Considerato che la sua formazione era molto lontana da quella agricola, Ilaria ha frequentato il corso delle 600 ore organizzato dalla Fondazione Mach. "E’ un corso molto interessante - afferma - sia per la parte campagna che per la parte cantina. Ma a San Michele io devo molto anche per la mia crescita professionale in azienda”.
In tutti questi anni il tecnico di enologia da poco in pensione, Luciano Groff è stato il consulente in cantina. “Pensi che viene a trovarmi anche adesso!” dice con il sorriso Visentin.
"Per quanto riguarda la coltivazione del vigneto mi ha aiutato molto il tecnico agricolo Mauro Varner. Dopo in conseguimento del brevetto professionale, inoltre, ho fatto domanda ed ho ottenuto il premio d’insediamento con il quale ho potuto portare molte innovazioni alla mia azienda, sia per quanto riguarda il rinnovo dei vigneti e l’irrigazione degli stessi, sia per quanto riguarda le attrezzature di cantina”, precisa la Visentin. “Ora ci siamo dotati una serie di botti d’acciaio nelle quali conserviamo larga parte del nostro vino. Nel generale rinnovo dei vigneti è rimasto solo un vecchio vigneto di Teroldego messo a dimora nel 1957 dal quale otteniamo un prodotto eccellente. – precisa la vignaiola - Le altre varietà d’uva coltivate sono il Lagrein, molto apprezzato, lo Chardonnay, il Pinot Grigio, il Pinot Bianco e il moscato giallo. Tutti i vini vengono lasciti un tempo maggiore sulla vinaccia con il risultato che assorbono maggiormente profumi e tanini. Una menzione particolare merita il nostro Moscato giallo - continua Ilaria - in quanto con una maggiore permanenza sulle vinacce acquista aromi, profumi e colori intensi un giallo paglierino”.
L’azienda tutta coltivata a uva da vino ha una superficie di 4,5 ettari. “Tutto il vino viene incantinato da me, e oltre l’80% è venduto ai consumatori finali in bag and box o in taniche. Il resto è per gli agriturismi ed agli alberghi del Trentino”.
Ilaria Visentin racconta che con l’andare degli anni si è creato un forte fideismo al punto che spesso i clienti passano in azienda per vedere come vengono coltivate quelle viti dalle quali viene prodotto il vino che loro consumano abitualmente. “Per me - afferma la donna - quello delle visite in azienda ed in cantina è una cosa molto gratificante perché mi permette di spiegare con tutta la mia passione e competenza maturata negli anni le varie fasi della produzione, l’avvicendarsi delle stagioni con il fascino che ciascuna porta con sé. Il cliente diventa un amico se si riesce a trasmettere il bello del nostro lavoro, che va ben oltre l’aspetto economico”.
Fra i progetti futuri il più importante è quello di passare dalle vendite in taniche e bag and box all’imbottigliamento a la conseguente vendita in bottiglia. “Sappiamo che il passo è molto impegnativo, ma è sicuramente molto importante per valorizzare al meglio i nostri vini, spero che questo favorirà anche la scelta che fra qualche anno dovrà fare mia figlia cominciando dalle scuole superiori e poi, è questo il nostro auspicio, se vorrà potrà entrare in azienda con noi. So benissimo – prosegue - che fondamentale sarà far crescere in lei la passione per questo lavoro che è una scelta di vita ancora prima che una professione”.
"Certo - precisa la Visentin - c’è ancora un sogno nel cassetto, quello di realizzare un B&B con ospiti che diventano protagonisti per qualche giorno con noi nei lavori in azienda”.
Alla domanda se si è mai pentita della scelta fatta, la risposta è “No, perché negli anni la passione per il mio lavoro è costantemente aumentata. Una cosa che mi preoccupa è quella di non vedere nei giovani trentini quell’entusiasmo che riscontravamo anni fa fra i giovani che ci aiutano in azienda” specifica.
Ilaria ha grande attenzione all’ambiente tant’è che aveva fatto la scelta del biologico che poi ha dovuto abbandonare per problemi di deriva, ma non fa diserbi chimici, solo meccanici e i trattamenti si riducono al minimo necessario. E’ da sempre attiva nel movimento Donne Rurali di Coldiretti delle quali è stata anche presidente locale, ed è impegnata in oratorio e in parrocchia. L’unico rimpianto, quello di non aver passato molto tempo con la figlia.