Sinner verso Wimbledon, ma il favorito rimane Alcaraz: la grande incognita resta però Djokovic
Al via la 137esima edizione dei Champions: lauta presenza di italiani, a cui manca però da troppo una vittoria londinese (quasi un secolo)
LONDRA. L'inizio delle qualificazioni, con la consueta folta presenza di italiani che sognano l'accesso al tabellone principale, dà il via ufficioso (il torneo principale partirà settimana prossima) alla 137esima edizione dei Championships, la più ricca di sempre, la prima in assoluto per Jannik Sinner da numero uno al mondo in un torneo dello Slam.
Eppure, nonostante il ranking, e il recente successo sull'erba tedesca di Halle, il campione di San Candido non è il favorito del torneo: secondo i bookmakers locali, resta Carlos Alcaraz, già vincitore lo scorso anno, l'uomo da battere, preferito nei pronostici all'italiano e a Novak Djokovic, che solo all'ultimo scioglierà i dubbi sulla sua presenza dopo l'operazione al ginocchio.
In attesa di conoscere il seeding che gli verrà assegnato (gli organizzatori inglesi si riservano il diritto di modificare le gerarchie del ranking, per via dell'unicità della superficie su cui si gioca), e di conseguenza il tabellone che lo attende, Sinner si è detto "impaziente e fiducioso" di calcare l'erba inglese. Una superficie sulla quale, anno dopo anno, ha saputo adattarsi sempre meglio.
Quella di quest'anno sarà la sua quarta apparizione in tabellone, la quinta se si considera il match (perso) nelle qualificazioni 2019 contro l'australiano Alex Bolt. Da allora, una crescita verticale sull'erba inglese (parziale di 9 vittorie e 3 sconfitte in carriera). Metabolizzato la sconfitta al primo turno contro Marton Fucsovics, Jannik due anni fa è stato ad un passo dalla semifinale, perdendo in cinque contro Djokovic dopo essere stato avanti di due set. Traguardo centrato lo scorso anno, quando ancora il serbo - vincitore sette volte all'All England Club - gli sbarrò la strada.
"Vediamo cosa succede quest'anno. Sicuramente arrivo con più fiducia nel mio gioco sull'erba. Non vedo l'ora di scendere in campo", ha commentato Sinner. Grazie al suo primo trionfo sull'erba, il quarto in un 2024 reso magico dal primo slam e dall'ascesa fino alla vetta della classifica, il 14esimo titolo in carriera. Raggiunto senza perdere un set tra semifinale e finale (contro l'amico e compagno di doppio Hubert Hurkacz), ma dopo aver sofferto non poco nei primi tre turni, a dimostrazione delle sue notevoli capacità di adattamento.
I numeri per Sinner sono sempre da record: con il successo ad Halle l'azzurro si è unito alla cerchia ristretta dei grandi che sono riusciti a vincere il primo torneo giocato da n.1: in cui spiccano i nomi di Borg, Sampras e Djokovic. "L'erba di Halle è diversa da quella di Wimbledon, ma ho una settimana per abituarmi", l'impegno di Sinner prima di imbarcarsi per Londra.
Dove l'Italia del tennis non ha mai vinto, ma solo ottenuto qualche sporadico exploit. Dopo l'acuto di Uberto De Morpurgo, il primo azzurro tra i migliori otto nel 1928, è Nicola Pietrangeli a sfiorare la finale nel 1960. Sconfitta in semifinale anche per Adriano Panatta, nel 1979, contro il modesto americano Pat Dupre. Finale centrata, e persa (contro Djokovic) da Matteo Berrettini, tre anni fa. Prima della semifinale di Jannik, lo scorso anno. La lunga attesa è cominciata.