«Si può ripartire, Alex insegna»
La tragedia di Zanardi. Domenica a Santa Maria di Leuca il perginese Michele Grieco con una trentina di colleghi ha completato la staffetta ideata dal campione bolognese: «Accolti dalle note di “Don’t stop me now” dei Queen, la sua canzone, mi viene la pelle d’oca solo a parlarne»
Trento. «Abbiamo pedalato con il cuore pesante, ma abbiamo provato un’emozione unica, da pelle d’oca, sembrava di essere al Giro d’Italia». Domenica scorsa Michele Grieco ha tagliato il simbolico – ma significativo - traguardo di Obiettivo Tricolore: il 29enne paraciclista di Pergine Valsugana ha raggiunto in sella alla propria bici Santa Maria di Leuca, in Puglia, portando a termine la lunga staffetta ideata da Alex Zanardi e dalla sua squadra, Obiettivo3. Un’iniziativa fortemente voluta dal campione bolognese per portare un messaggio di speranza e per dare un segnale di ripartenza dopo il difficile periodo vissuto a causa dell’epidemia di Covid-19. Un’iniziativa che non si è fermata nemmeno il terribile incidente occorso a Pienza al campione paralimpico.
La vicenda personale di Grieco
Michele ha scoperto il piacere delle due ruote tre anni fa, proprio grazie a Zanardi. Pedala con una protesi in titanio alla gamba sinistra e grazie allo sport e alla bicicletta è tornato alla vita, lui che all’età di soli dodici anni dovette fare i conti con un tumore alle ossa. Il paraciclista trentino ha dato il via il 23 giugno scorso da Levico Terme a una delle staffette di Obiettivo Tricolore e nello scorso weekend ha portato a termine l’opera. «Mi ero emozionato già durante la prima tappa – racconta Michele – Le due frazioni finali, dopo tutto quello che è successo, sono state qualcosa d’indescrivibile sotto il profilo emotivo. Un’esperienza che dubito possa essere ripetibile e che sono contento di aver vissuto, dando il mio contributo».
La giornata conclusiva è stata particolarmente intensa, sia per lo sforzo fisico che per l’aspetto emotivo. «Eravamo circa 30 atleti di Obiettivo3, chi in bici e chi comunque presente, anche senza il proprio mezzo – replica Grieco – Abbiamo percorso le ultime due tappe nella stessa giornata. La prima ci ha portati da Porto Cesareo a Santa Cesarea Terme: Alex avrebbe dovuto coprire quella tratta con il presidente della società Pierino Dainese».
Pedalare con il cuore pesante
Non è stato facile pedalare, soprattutto per il presidente. «Per lui è stata doppiamente dura, è molto legato ad Alex – spiega Grieco – Abbiamo cercato di supportarlo, di dargli animo, anche se non è stato facile nemmeno per noi. Ci siamo sentiti in dovere di aiutare Alex e Pierino in questo momento, dato che fino ad ora erano sempre stati loro ad aiutarci». L’accoglienza a Santa Cesarea è stata degna di un arrivo di tappa del Giro d’Italia. «Qualcosa di incredibile – conferma Michele – E anche a Leuca l’accoglienza è stata strepitosa. Si arriva dall’alto, scendendo verso il mare. Prima ci hanno accompagnato i motociclisti della zona, poi i ciclisti. All’arrivo sono partite le note di Don’t stop me now dei Queen, la canzone di Alex. Mi viene la pelle d’oca solo a parlarne».
La staffetta, dunque, è stata portata a termine. Senza Zanardi, ma anche per Zanardi. «Abbiamo portato lungo lo Stivale il messaggio che si può ripartire, ovvero ciò che ci ha insegnato Alex – racconta ancora Grieco – Ora lui sta vivendo un momento difficile, ma lo aspettiamo. Sono convinto che ce la farà. L’Italia ha ancora bisogno di una persona come lui».
Il messaggio della moglie
Al termine della staffetta c’è stato un momento particolarmente toccante. «Appena arrivati a Leuca, abbiamo letto il messaggio che Daniela, la moglie di Alex, ci ha inviato – conclude Michele – La nostra squadra ormai è diventata una famiglia. Sono contento perché credo che siamo riusciti a comunicare quello che Alex voleva. Lui ha dato un po’ di luce a tutti noi, attraverso lo sport. Con le nostre piccole luci abbiamo provato a portare un po’ di speranza fino a Leuca».
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