L'INTERVISTA giuliano battocletti 

«Politici, cappello  sulle vittorie. E poi gli atleti sono soli» 

Parla il grande ex. Il noneso, allenatore della figlia campionessa europea Juniores di cross, chiede una deroga per i professionisti ma vede lontana la ripresa delle gare, specie quelle internazionali


Paolo Trentini


Trento. Ripresa subito degli allenamenti, ma solo per gli atleti top, rimandate all’autunno le gare agonistiche. Questo il pensiero di Giuliano Battocletti per le prossime settimane, se il Coronavirus dovesse confermare il trend in discesa nel numero di contagi e decessi. Il 3 maggio e la possibile cauta ripresa si stanno avvicinando, tanto che in Veneto la corsa è tornata libera con la mascherina e la Fidal, dopo il calendario, ha pensato alle modalità degli allenamenti negli impianti con tanto di mascherine, distanze di 3 metri e sessioni di 70-90 minuti massimo. Si tratta solo di ipotesi e ancora non c’è nessun documento ufficiale in attesa del miglioramento delle condizioni legate a Covid-19. L’ex mezzofondista e ora allenatore della figlia Nadia auspica una deroga almeno per i migliori atleti italiani professionisti e per i migliori giovani, affinché non rimangano “fermi” troppo a lungo. Il ritorno alla normalità appare ancora molto lontano e molti atleti, e con loro tecnici e dirigenti, attendono buone notizie a partire dall’inizio del mese di maggio, quando entrerà in vigore la fase 2. La speranza è quella di poter riprendere gli allenamenti.

Il campione italiano di cross a Villa Lagarina nel 2007 ipotizza una ripresa graduale partendo dai più giovani, per poi concludere poco alla volta con i Master. Le gare internazionali in autunno, ma bisognerà vedere quanto incideranno queste settimane di reclusione forzata e allenamenti casalinghi. E che stoccata alla politica.

Giuliano Battocletti che periodo è questo?

È un periodo nel quale ci si allena come si può e nel quale gli atleti professionisti avrebbero potuto essere stati maggiormente tutelati dalla federazione nazionale e dai comitati locali. Per loro uno stop così lungo diventa molto complicato, soprattutto per chi ha obiettivi di altissimo livello. Con Nadia prima che arrivasse la pandemia ci allenavamo regolarmente e il nostro obiettivo erano i campionati italiani di cross a marzo e poi in aprile cercare il minimo per le Olimpiadi nei 5000. Un obiettivo alla portata. Poi tutto è cambiato e allora si è deciso per fermarsi due settimane completamente con la cancellazione dei Giochi e dei meeting internazionali. Da un po’ abbiamo ripreso con l’attività di base, fortunatamente Nadia ha in casa tapis roulant e palestra, dove può fare una discreta attività fisica. Ma tutto il lavoro in pista manca. In pista ci sono riferimenti precisi, si testa il lavoro fatto altrove e si migliora. A lungo andare questo periodo rischia di spostare sempre più in là il ritorno alle competizioni e la preparazione degli atleti anche in vista del 2021.

La Fidal nazionale e quella regionale hanno scelto la via della prudenza, mentre il presidente del Valle di Cembra preme per la riapertura in determinate fasce orarie e per mezz’ora. Che ne pensa?

Il Valle di Cembra ha tantissimi tesserati Under 18 e Under 16, è comprensibile che i giovani vogliano tornare ad allenarsi e a correre e la loro proposta nasce da qua. Quella per le fasce orarie potrebbe essere una buona idea. Penso a un orario compreso tra le 5 e le 8 di mattina e tra le 20 e le 22, in modo che i podisti improvvisati sarebbero scoraggiati dal mettersi a correre, mentre invece gli agonisti non vedrebbero di molto modificate le proprie abitudini. Prima della chiusura totale con Nadia ci si allenava la mattina presto e la sera dopo le lezioni, quindi una soluzione di questo tipo non cambierebbe molto. Il problema principale da affrontare saranno i Master, numerosissimi e potenzialmente i più soggetti al contagio. La Federazione ha scelto di aspettare e di occuparsi di altri problemi senza curarsi degli atleti, la politica anche. Un peccato che nemmeno la politica provinciale si sia mossa. Sono sempre pronti a mettere il cappello sulle vittorie degli atleti come fosse merito loro, ma poi di fatto gli atleti non hanno alcuna tutela.

Come vede una ripresa?

Io penso che la Federazione o almeno le forze dell'ordine all’inizio potrebbero consentire agli atleti top – i qualificati alle Olimpiadi o quelli che hanno concrete possibilità di farlo - di allenarsi. Anche perché non sono molti. In Trentino sono tre, due se si conta che uno è negli States, e quindi si potrebbe pensare a “liberare” anche qualche atleta giovane promettente come possono essere Angela Mattevi e altri tre o quattro. Non vedo che problemi potrebbero dare se si allenassero da soli. Magari il governo o la federazione potrebbe dare in gestione la questione alle forze dell’ordine che così potrebbero fare allenare i propri atleti con delle specifiche autorizzazioni, visto che la stragrande maggioranza dei migliori atleti fa parte dei gruppi militari. Per il resto una soluzione potrebbe essere una ripresa graduale, sempre rispettando le condizioni di sicurezza, permettendo gli allenamenti partendo prima dai più giovani, magari anche negli impianti sportivi, rispettando le distanze ed evitando assembramenti. In seguito si potrebbe aprire progressivamente salendo con l’età fino ai Master quando avremo molta più sicurezza. Ma dovremo fare i conti con l’andamento del virus.

E per le gare?

Io penso che si tornerà a gareggiare a livello internazionale a ottobre e novembre con i cross. Non prima se non si sarà trovato un vaccino o una cura efficace. Se le cose miglioreranno notevolmente a giugno si può pensare a qualche manifestazione giovanile regionale e poi nella tarda estate a qualche meeting nazionale. Per quanto riguarda le competizioni internazionali è tutto molto più complicato.

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