Milano-Cortina 2026 il Trentino perde fondo e pattinaggio
Presentata a Tokyo la candidatura olimpica: nuova modifica alla mappa a cinque cerchi, ma non c’è nulla di ufficiale
TOKYO (Giappone). «Great, davvero grande...». Il complimento più bello alla prima presentazione ufficiale e “allargata”, della candidatura di Milano-Cortina per le Olimpiadi invernali del 2026 arriva da uno che di sfide vinte e di olimpismo se ne intende, Sebastian Coe. Alla fine dei 20 minuti riservati all’Italia all’assemblea dei Comitati olimpici a Tokyo, l’ex mezzofondista e attuale presidente della Iaaf sembra persino colpito.
In quella che è una tappa importante ma non decisiva nel percorso che porterà a giugno 2019 alla scelta tra Milano-Cortina e l’altra candidata Stoccolma (platealmente mandata in avanscoperta senza sostegno politico in Giappone, priva com’è in questo momento la Svezia di un governo in piena funzione e perdipiù con la municipalità della capitale in bilico), emozionato sicuramente lo è Giovanni Malagò. Il presidente del Coni è abile nel suo intervento a sottolineare l'adesione del progetto italiano all’agenda 2020 con la quale il Cio ha indicato le direttrici etico finanziarie per i Giochi del futuro (low cost e sostenibili) e a sottolineare le eccellenze culturali, paesaggistiche e sportive italiane. Ma sincero dopo nel dire che «i voti non si guadagnano nelle presentazioni, perché c’è tutto un lavoro serio da fare prima della scelta del Comitato olimpico internazionale».
Un lavoro di preparazione del dossier economico e del masterplan con l’indicazione dei luoghi gara, che andrà recapitato al Cio a Losanna entro l’11 gennaio, poi sono previste la visita ispettiva della commissione di valutazione Cio (marzo-aprile) e dal 5 al 10 maggio a Gold Coast l’ultima presentazione. Intanto, si sa che nella mappa a cinque cerchi dovrebbero rientrare i trampolini di Predazzo e il centro del biathlon di Anterselva. A Cortina verrebbero concentrati sci alpino, bob, slittino, skeleton e curling, in Valtellina snowboard, freestyle e sci di fondo; tutto il resto a Milano, dove gli impianti del ghiaccio sarebbero quattro: due palazzetti per l’hockey, l’anello per il pattinaggio velocità e la pista per short track e pattinaggio figura. Dunque il Trentino perderebbe sci di fondo e pattinaggio velocità, inizialmente dati come possibili. È però un discorso ancora assolutamente ipotetico, il Cio da questo punto di vista non ha ancora in mano nulla e dunque non può avere concesso avalli.