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La procura antidoping del Coni gela Schwazer

Chiamata a esprimersi sulla richiesta di sconto dell'atleta altoatesino (squalificato per tre anni e sei mesi) la procura ha detto no. Il sogno Olimpiadi è sempre più lontano



ROMA. Niente sconti per Alex Schwazer. La Procura Antidoping del Coni dice no alle richieste fatte dal marciatore azzurro, squalificato per tre anni e sei mesi per doping, gelando le sue speranze di rientrare per le Olimpiadi di Rio. La vicenda, com'è noto, è quella della positività per Epo prima di Londra 2012, dei contatti accertati con il dottor Ferrari e delle non verità dette prima della decisione di collaborare per fare luce su ciò che era successo e trasformarsi da peccatore in simbolo dello sport pulito.

Per dimostrarlo il marciatore oro a Pechino, che secondo i tempi dell'attuale squalifica potrebbe tornare a gareggiare ad aprile del prossimo anno, si era affidato come tecnico al paladino dell'antidoping Sandro Donati, che superate le perplessità iniziali aveva accettato di guidarlo. Così Schwazer riteneva di avere una chance in vista dei Giochi di Rio; ma la Fidal aveva "stoppato" questo proposito con la decisione del consiglio federale di scegliere i marciatori per l'Olimpiade carioca fin da quest'anno, a fine 2015 e in base ai risultati agonistici della stagione in corso: in pratica la Fidal ha fissato il 2015 come scadenza per raggiungere i tempi limite per la qualificazione a Rio 2016.

A quel punto Schwazer aveva commentato dicendo che «per me sarebbe bello avere un obiettivo vicino, posso anche dire aspetto Roma 2024 ma non è così. In ogni caso, se non sarà l'Olimpiade sarà per il Mondiale del 2017». Intanto qualche collega, in particolare il romano Giorgio Rubino, aveva fatto capire che una presenza in Nazionale di Alex non sarebbe stata gradita. Ora la richiesta della Procura antidoping del Coni, chiamata a esprimersi sulla richiesta di sconto dell'atleta altoatesino, sembra voler sgombrare il campo dai dubbi: non proporrà alcuna riduzione al Tribunale nazionale antidoping, a meno che Iaaf e Wada (che hanno una voce in capitolo) non premano invece per la concessione di uno sconto, e anche in quel caso sarebbe al massimo di tre mesi. Insomma, mai in tempo per rimettersi in marcia per Rio secondo i parametri Fidal. L'alternativa, per ipotesi, sarebbe un ricorso alla Iaaf o al Tas. O il rinvio del "sogno" ai mondiali 2017. Che si svolgeranno Londra.













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