L’intervista

La campionessa del biathlon: «Le Olimpiadi in casa un’occasione unica, voglio esserci»

Dorothea Wierer ci sarà ai Giochi Milano-Cortina 2026 con le gare che si svolgeranno nella sua Anterselva: «Non voglio chiudere con una stagione come l’ultima». E racconta le difficoltà dell'ultimo periodo: «Il mio corpo mi chiedeva di fermarmi, non dormivo più. Ora ho nuove energie»


Marco Marangoni


BOLZANO. Dorothea Wierer ha detto "sì" ai Giochi olimpici di Milano Cortina 2026 e "no" ad allargare la famiglia. La fuoriclasse del biathlon italiano e mondiale, in difficoltà nell'ultima stagione tanto da concluderla anticipatamente, proseguirà la carriera fino alle Olimpiadi di casa, quelle che per il biathlon si svolgeranno proprio nella valle a lei tanto cara, quella di Anterselva dove è nata e cresciuta.

Doro, 34 anni, la prima donna italiana a vincere la Coppa del mondo generale (2019 e 2020) di uno sport da sempre dominato da Germania, Svezia e Paesi dell'Est ma anche a laurearsi campionessa del mondo e vincere una medaglia in una gara individuale ai Giochi olimpici (bronzo nella sprint a Pechino 2022), ha sciolto le riserve in una videoconferenza con i media internazionali alla quale eravamo presenti anche noi. «Dopo una stagione dove ero sempre ammalata, sarebbe stato un vero peccato chiudere in questo modo la carriera e, quindi, parlando con il mio staff e vedendo che c'è la volontà di proseguire ho deciso di arrivare fino alle Olimpiadi del 2026», ha detto la biatleta delle Fiamme Gialle in avvio di conferenza stampa.

Perché ha scelto di proseguire?

«In questi due mesi ho fatto diverse valutazioni. Sulla bilancia c'erano i pro e i contro ma i pro erano maggiori. Uno dei contro era allargare la famiglia, i pro le Olimpiadi. Mi sarebbe dispiaciuto dover pentire per aver rinunciato ai Giochi olimpici in casa dove ho messo gli sci per la prima volta».

Lei è stata vicina al ritiro?

«Diciamo che l'ultima stagione è stata molto difficile, mi sono ammalata tante volte, sempre dover rincorrere, poi il problema con il sonno, svegliarsi di notte di continuo, non mi consentiva di riposare bene. Ora posso dire che sto bene, ho nuove energie».

La sua interruzione della stagione aveva lasciato aperti interrogativi, ha letto i vari commenti?

«Sì, e posso dire che mi ha dato fastidio quando la gente diceva che ho fatto questo solo per la televisione: rispondo, la televisione fa parte dello sport. C'erano persone che dicevano che ero incinta, non so proprio dove prendevano queste notizie».

Perché la decisione di chiudere anzitempo la stagione?

«Avevo affrontato la scorsa preparazione estiva con l'entusiasmo di sempre pronta a dare il meglio di me stessa. Purtroppo sin dalle prime settimane di gara non mi sono sentita al top, ho cominciato ad avere un'influenza dopo l'altra e il mio corpo si è indebolito fino a toccare il fondo durante le vacanze natalizie quando mi sono trovata veramente a terra, indebolita nel fisico e nella mente. Ho, quindi, pensato di fermarmi qualche giorno per ritrovare prima di tutto la salute e poi una condizione accettabile in vista dei Mondiali di Nove Mesto, a cui sono arrivata chiaramente senza la condizione a cui aspiravo, perché facevo fatica anche a divertirmi, oltre che ad essere competitiva. Uno sforzo inutile, il mio corpo mi chiedeva di fermarmi per ripartire da zero e capire se avevo ancora le motivazioni per proseguire la carriera agonistica. Non dormivo più, di notte prendevo gocce, mi svegliavo, non era sicuramente a livello fisico e mentale».

Che cosa ha fatto in questi due mesi?

«Ho condotto una vita normalissima, non mi sono allenata, ho fatto la casalinga, ho voluto riposarmi senza pensare allo sport ma riflettendo su me stessa, mi sono tranquillizzata. Alla fine mi sono resa conto che sarebbe stato un peccato chiudere in questo modo una parte importante della mia vita, che mi ha visto vincere ed essere protagonista per tanti anni».

Quanto mancano i russi nel biathlon?

«La Russia è una Nazione veramente importante per il nostro sport. La politica non dovrebbe centrare con lo sport, l'ho sempre detto ma non sono io a decidere, cosa dico, spero di rivederli al più presto».

Lei sarà presente alle Olimpiadi di Parigi, quasi come "giornalista", cosa farà?

«È un'esperienza che mi gasa, sarà una cosa completamente nuova e cercherò di dare il 100% senza dimenticare che sono un'atleta di alto livello. Non sarò una commentatrice tecnica, mi piacerà vedere il tennis che è lo sport del momento ma anche l'atletica leggera».

Si sente un po' la "mamma" di questo gruppo azzurro con Vittozzi andata a vincere la Coppa del mondo?

«È importante che la squadra stia ottenendo ottimi risultati e mi auguri che ne faccia ancora di più. Sì, mi sento un po' responsabile perché nel 2011 era una squadra con pochi atleti e pochissimi competitivi: vedere la crescita è stato molto bello, ora non ci manca più nulla».













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